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Il Consiglio regionale della Puglia va deserto. Troppi banchi vuoti

Continua la polemica in seno al Consiglio regionale della Puglia dopo il rinvio dell’esame di due disegni di legge alla prossima seduta dell’assemblea, a causa delle numerose assenze tra i banchi del governo. Onofrio Introna, presidente del Consiglio regionale, ha espresso tutta la sua amarezza per quanto accaduto: “E’ uno spettacolo indegno – ha detto – quello di vedere costantemente i banchi dell’Aula regionale rappresentati da uno, due, massimo tre assessori (ieri, in aula, c’erano solo gli assessori Godelli, Caroli, Barbanente e Nicastro). Tutto ciò non depone affatto bene per l’istituzione”.
Durante il consiglio di ieri si sarebbe dovuto discutere dei disegni di legge che prevedono la seconda variazione al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014 e norme per la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo sostenibile dell’apicoltura, ma l’assenza degli assessori regionali al Bilancio, Lello Di Gioia, ed alle Risorse agroalimentari, Fabrizio Nardoni, ha portato, dopo un dibattito piuttosto acceso, al rinvio dell’esame dei provvedimenti.

“Il fatto che alla fine della consiliatura manchi davvero poco non deve giustificare una minore attenzione o presenza tra i banchi del consiglio, nonostante impegni e funzioni richiamino sempre più spesso i rappresentanti dell’istituzione consiliare e del governo al di fuori delle mura del Consiglio regionale. – ha continuato Introna – A me fa male prendere atto che, malgrado questi tempi allungati fra una seduta e l’altra, gran parte dei componenti del governo non ritiene dovere istituzionale far parte dell’assemblea. Vorrei ricordare che arrivare in Aula e rispettare i tempi della convocazione del Consiglio regionale è un dovere nei confronti dell’Istituzione, dei cittadini, delle forze politiche e dei consiglieri che attendono di poter interloquire correttamente e istituzionalmente con i rappresentanti del Governo. Per questo, pretendo che si partecipi con assiduità, interesse e impegno costruttivo ai lavori del Consiglio, sino all’ultimo giorno della legislatura”.

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