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Consorzi di bonifica, martedì 11 sit-in di protesta alla Regione

Sui consorzi di bonifica i sindacati passano alle vie di fatto. Martedì prossimo, 11 settembre, alle ore 9.30, in concomitanza con la riunione del consiglio regionale, si terrà un sit-in di protesta sotto la Regione con i lavoratori dei tre consorzi di bonifica Alta Val d’Agri, Vulture-Alto Bradano e Bradano-Metaponto. I sindacati di categoria Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil giustificano la protesta con la profonda crisi che ha investito i consorzi di bonifica e le ricadute che si stanno determinando sui lavoratori e sulla stessa operatività degli enti. I sindacati denunciano, in particolare, il mancato pagamento di diverse mensilità arretrate – con punte di cinque mensilità non pagate nel consorzio Alta Val d’Agri – e le continue difficoltà organizzative e finanziarie in cui da anni versano i consorzi. Nel mirino dei sindacati anche il mancato rinnovo degli organi dirigenti degli enti consortili e le incognite legate alla riforma del sistema dei consorzi di bonifica.

“Da troppi anni – spiegano i segretari generali Antonio Lapadula, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello – i consorzi operano in una sorta di autogestione affidata in regime di proroga a presidenti i cui rispettivi mandati sono scaduti addirittura nel 2008. Se oggi i consorzi di bonifica sono con l’acqua alla gola e se i dipendenti sono costretti a scendere in piazza per reclamare il sacrosanto diritto alla retribuzione, la responsabilità è di chi ha consentito, Regione in testa, con un comportamento dilatorio e superficiale, che i consorzi finissero in balia di una gestione fallimentare e anti-economica che alla lunga ha prodotto una montagna di debiti e inefficienze, penalizzando in modo significativo il sistema irriguo regionale”.

Per Lapadula, Esposito e Nardiello “alla luce delle plateali difficoltà in cui versano, e non da oggi, tutti i consorzi di bonifica, non si comprende per quale misterioso motivo o per quali inconfessabili interessi la riforma del sistema, più volte annunciata dalla stessa giunta regionale, peraltro con una riformulazione estensiva delle competenze, sia rimasta lettera morta e accantonata come del resto tutte le riforme che avrebbero dovuto interessare il mondo agricolo. Alla Regione chiediamo risposte e atti concreti – concludono Lapadula, Esposito e Nardiello – e siamo pronti ad alzare il livello della protesta se le risposte saranno parziali e interlocutorie, come troppe volte è accaduto nel passato, senza escludere il ricorso alla sciopero”.

 

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