Continuano ad aumentare le escursioni presso le Cascate di San Fele
“Continuano anche in questo periodo invernale le escursioni alle cascate di San Fele che si vanno ad aggiungere alle tante visite effettuate nel corso di quest’anno, dove non meno di 50.000 turisti hanno visitato le cascate, rendendo il luogo tra i più frequentati della Basilicata” . In una nota lo fa sapere l’associazione “U uattënniérë “ . In un comunicato l’associazione ha precisato che i “visitatori di tutte le età, con famiglie al seguito, raggiungono il territorio di San Fele. Molti di loro provengono dalle regioni limitrofe ( Puglia e Campania in testa),dal resto d’Italia e molti anche dall’estero, con evidenti benefici per le strutture ricettive locali.
Tutto questo è stato possibile grazie al lavoro volontario dei soci dell’associazione che hanno valorizzato del torrente Bradano e le sue cascate e senza alcun spreco di risorse pubbliche e con il contributo importante dell’APT di Basilicata.
Molto rimane ancora da fare per rendere l’area più agibile, attraverso opere quali la sentieristica necessaria e le dovute opere di messa in sicurezza dei tracciati. Questo anche per rendere fruibili altre cascate che oggi non è possibile visitare.
Di qui il richiamo all’impegno a tutte le istituzioni locali e regionali per sostenere con interventi infrastrutturali il processo di sviluppo in corso.
Le cascate di San Fele:
Il torrente Bradano scorga dall’appennino Lucano, in località Matise di San Fele, in provincia di Potenza,per confluire nella fiumara di Atella e poi nel fiume Ofanto. Attraversando il territorio del comune di San Fele, il torrente è costretto ad effettuare dei particolari salti di quota che danno origine alle naturali e suggestive cascate di San Fele.
Le cascate prendono il nome “U uattënniérë ”, la trasposizione dialettale di “ Gualchiera”: macchina utilizzata in antichi opifici costruiti a ridosso delle cascate. Sfruttando la forza dell’acqua, una grande ruota azionata trasmetteva il movimento ad un cilindro orizzontale nel quale erano inserite, verticalmente, le aste dei folloni. Questi terminavano con pesanti magli ( o folloni) che, entrando e uscendo da una vasca ( dove sul fondo venivano posti tessuti), servivano a gualcare la lana; le proprietà feltranti del panno venivano così rese più compatte e meno ruvide.
La Gualchiera di San Fele è rimasta in uso fino agli anni 40 del secolo scorso.
La potenza dell’acqua veniva impiegata anche per il funzionamento di antichi molini ( oltre 20 ), i cui resti (così come quelli della Gualchiera) testimoniano l’ingegno e la dedizione al lavoro dei Sanfelesi. Il rudere della Gualchiera di San Fele attualmente esistente nei pressi della cascata U uattënniérë , in data 9 settembre 2014 con decreto n° 133 della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata è stata dichiarato di interesse culturale ai sensi dell’art.10,comma 1 e dell’art.3 lettera d9 e lettera l) del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004,n 42 e rimane, quindi, sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nel citato Codice. L’associazione continua il proprio impegno nel ripristino di ulteriori aree attraversate dal torrente. A breve sarà possibile fruire di nuovi percorsi guidati ed ammirare altre cascate”.