Contratti di Programma in Puglia, in arrivo le nuove premialità
In attesa dell’uscita dei nuovi avvisi della programmazione 2021-2027, la Giunta vara le novità su premialità e attività economiche ammissibili per i Contratti di Programma, strumento di agevolazione diretto principalmente alle grandi imprese in collaborazione con Pmi e startup. Nella seduta di ieri è stato approvato un elenco di 7 nuove premialità che danno diritto all’aumento della percentuale di contributo a fondo perduto, nella misura massima di un ulteriore 10%, alle imprese che candidano il proprio progetto nell’ambito dei Contratti di Programma.
Ne dà notizia l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Alessandro Delli Noci che spiega: “Nella nuova versione dei Contratti di Programma una delle nostre priorità è l’impatto occupazionale della misura. Per questo abbiamo voluto premiare i progetti e le imprese che incrementano l’occupazione e in particolare quella delle donne, dei giovani e del personale proveniente da imprese in crisi. Ma abbiamo anche valorizzato la tutela del territorio premiando l’acquisto e il recupero di immobili esistenti e non utilizzati e le società che avviano interazioni e collaborazioni con il sistema delle Pmi, delle start up tecnologiche e delle imprese innovative. Quanto alle attività economiche, sono state aumentate le categorie agevolabili inserendo moltissimi codici Ateco in più rispetto alla precedente versione dei Contratti di Programma, in particolare per i servizi alle imprese e soprattutto per le industrie alimentari. Un risultato, quest’ultimo, raggiunto grazie alla collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura e con Donato Pentassuglia. Così, per la prima volta, il settore potrà avere i fondi per investire nella ricerca industriale e nello sviluppo sperimentale. In questo modo rendiamo lo strumento più inclusivo esaltandone l’impatto sul territorio”.
La premialità riguarda, in particolare, le spese per l’acquisto o recupero di immobili esistenti e non utilizzabili; l’assunzione di personale proveniente da imprese in crisi per almeno il 30% dell’incremento occupazionale; le imprese che intendono conseguire la certificazione della parità di genere; le attività che adottano politiche ambientali, sociali e della governance; le società benefit iscritte all’albo della Regione Puglia o le B Corp; le Pmi (aderenti alla grande impresa) in possesso del rating di legalità; le imprese che incrementano l’occupazione per almeno una unità lavorativa per ogni 300mila euro di contributo ricevuto; le società che mostrano particolare attenzione all’occupazione femminile, con il raggiungimento del 50% di donne occupate nell’esercizio a regime e nei tre successivi; infine, si aggiudicano la premialità anche le aziende così attente all’occupazione giovanile da raggiungere il 50 per cento di nuovi occupati sotto i 35 anni di età nell’esercizio a regime e nei tre seguenti.
Quanto alle attività economiche ammissibili, si arricchiscono tutte le categorie, e in particolare quella delle industrie alimentari con l’inserimento della lavorazione e conservazione di carne e di pesce, la produzione di olio e di vino, l’industria lattiero-casearia, la lavorazione delle granaglie. Aumentano anche i servizi alle imprese con l’introduzione, tra le nuove iniziative agevolabili, delle attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale, la pubblicità e le ricerche di mercato.