Copagri Basilicata: “Il comparto cerealicolo lucano deve aggregare il prodotto”
“La già grave condizione che si sta vivendo nel comparto cerealicolo, porta grandi preoccupazioni e fibrillazione, sia sui mercati che tra i produttori, ad ogni nuova notizia sull’arrivo in Italia di cereali da Paesi non dell’area europea. Si tratta di una situazione insostenibile e insopportabile, che genera nel settore primario ansia oltre che delusione». Lo evidenzia Nicola Minichino, presidente della COPAGRI BASILICATA, che evidenzia come la organizzazione di categoria lucana, in tal senso, «è in prima linea già da alcuni anni per monitorare e migliorare quello che avviene nel comparto agricolo principale (quello cerealicolo, appunto). È un settore che ad oggi presenta prezzi volatili che non danno garanzia, neppure sui costi di produzione, e sta causando un deficit sia economico che di prospettiva”.
Il massimo dirigente della Copagri di Basilicata aggiunge che “è impensabile ormai non avere quella garanzia minima del prezzo, e l’attesa del riordino della Politica agricola comune (Pac) a medio termine può essere lunga, e purtroppo ora il settore non ha tempo. Questo non è certamente una questione di bandiera o di primogenitura, in quanto il comparto subisce tutto ciò anche per l’assenza di una aggregazione di prodotto e di una ampia e piena convinzione che il mercato vedrebbe di buon auspicio. Insomma una grande e condivisa volontà di migliorare insieme”.
I settori economici, secondo il presidente Minichino, non devono dividere mondo agricolo ma, al contrario, far sì che sia compatto: “Le filiere sono l’unica opportunità che ha oggi l’agricoltura per poter risolvere alcuni dei suoi problemi, e sono l’unico campo in cui il mondo della produzione, della trasformazione e commercializzazione hanno obiettivi comuni da raggiungere”.
Il mercato cerealicolo italiano non deve subire quelli che il presidente Minichino definisce “soprusi commerciali come quelli che ormai si registrano da anni, e la continua invasione di prodotti di bassissima qualità, con assenza totale di garanzia per il consumatore. Si rilevano, infatti, difformità con i parametri di una sana alimentazione e si riscontra una massiccia presenza di tossine e glifosato. I trasformatori seri devono tutelare il “made in Italy”, non limitandosi a indicare soltanto la produzione di pasta ma anche la provenienza della materia prima, così da permettere al consumatore di scegliere consapevolmente e in piena sicurezza”.
Alla luce di queste considerazioni, il presidente Minichino annuncia che la Copagri lucana, pertanto, “chiederà all’assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata, Luca Braia, di far partire immediatamente i bandi previsti dal Piano di sviluppo rurale (Psr)”.