Coronavirus, De Bonis: “Il prezzo della semola vola, ma non quello del grano nazionale”
“La Coldiretti ci informa sull’impennata dei prezzi di alcuni prodotti, ma poi dà spiegazioni fantasiose per giustificare il rialzo. La Coldiretti, infatti, non dice che solo in Italia, in un periodo in cui vengono presi d’assalto i supermercati, si aumentano prezzi di beni di prima necessità, come la semola, per produrre il pane e la pasta nonostante il prezzo della materia prima grano non subisca alcun aumento. L’unica spiegazione realistica e onesta è che siano in atto azioni speculative. Per questo invito caldamente il governo e l’Antitrust a vigilare e a intervenire perché siano fermate queste manovre, tanto più odiose in un momento come questo”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, membro della IX Commissione Agricoltura del Senato, per chiarire alcuni punti poco chiari della lettura dei dati di Coldiretti.
“Basta guardare i numeri per capire che questa interpretazione fa acqua da tutte le parti, non si sa bene se per incompetenza o per qualche altro motivo. La Coldiretti, concentrandosi sui movimenti esteri, non dice che il prezzo del grano nazionale è fermo a 30 euro, mentre la semola ha subito un aumento del 10%, passando da 40 a 44 euro al quintale. Come mai questo aumento delle semole, atteso un incremento della produzione molitoria di circa l’80%? I maggiori volumi dovrebbero garantire una economia di scala senza necessità di aumenti del prezzo. Insomma, l’impennata del prezzo del grano avviene solo all’estero e si verificherà solo a maggio. Come diceva qualcuno, il sonno della ragione genera mostri, ma abbiamo il dovere di rimanere vigili e coinvolgere tutte le autorità per fermare queste pratiche riprovevoli”.