Coronavirus, la nota di De Bonis
“In un momento in cui l’esplosione del coronavirus e le giuste misure restrittive coinvolgono l’intera Italia, credo sia doveroso da parte del Governo specificare con quale criterio ripartirà su tutta la penisola i miliardi già stanziati e quelli annunciati, vista l’emergenza estesa a tutto il territorio nazionale. Questa emergenza rischia di mettere in ginocchio settori vitali della nostra economia, soprattutto il turismo, il commercio, l’artigianato e l’agricoltura, compreso il Made in Italy enologico e agroalimentare. Pesanti ricadute si faranno sentire ancora di più al Sud, che ha meno anticorpi rispetto al Settentrione, a causa di una distorta distribuzione delle risorse pubbliche in questi anni. Per esempio, sarebbe forse il caso di prevedere misure specifiche per quelle città d’arte, come Matera, che rischiano di vanificare tutti gli investimenti fatti negli scorsi anni e che basano gran parte della loro economia sul settore turistico, ricettivo nonché l’indotto”.
Lo ha detto il senatore Saverio De Bonis, che ha presentato una interrogazione ai ministri dell’Economia e delle finanze, dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, dello Sviluppo economico, per il Sud e la Coesione territoriale in merito alla ripartizione dei primi 7,5 miliardi di euro già stanziati e degli ulteriori 25 miliardi annunciati oggi.
Come si legge nell’interrogazione, “la proliferazione del contagio Covid-19, gli inviti a non venire in Italia e le limitazioni imposte dal Governo determineranno un impatto pesante sul settore del turismo. Secondo le ultime stime fornite da Confturismo, l’Italia rischierebbe di perdere circa 7 miliardi di introiti derivanti da questo settore, ovvero il 6% del Pil. In Italia, il segmento del turismo vale, in totale, 146 miliardi di euro: una cifra pari al 12% del Pil, generata da una filiera di 216mila esercizi ricettivi e 12mila agenzie di viaggio. La crisi del settore turistico coinvolge tutto il territorio nazionale, trascina l’indotto e il diffondersi dell’epidemia penalizza soprattutto le nostre grandi città d’arte, quali Roma, Venezia, Firenze, Napoli e Matera, la cui esplosione turistica in questi anni ha rappresentato l’unico dato tangibile del successo per la città. Dai dati più recenti ricevuti dall’Associazione B & B e dal Consorzio Albergatori di Matera risulta un tasso di cancellazione delle prenotazioni pari al 90 per cento che, congiuntamente alle mancate prenotazioni, almeno fino al 30 aprile, ha causato la chiusura della maggior parte degli alberghi, anche per motivi di sanificazione”.