Coronavirus, l’epidemia nel Metapontino rischia di uccidere chi vive di turismo. Usiamo il momento di rallentamento forzato per programmare il futuro
Emergenza coronavirus, per Rotondella Turistica in questo momento la priorità è quella sanitaria, con tutte le azioni finalizzate al contenimento e al rallentamento del contagio. Tuttavia è altrettanto importante dare voce a un settore, quello turistico, che per Rotondella e il Metapontino riveste un fondamentale ruolo economico, che rischia di implodere. L’impatto del COVID19 mette a rischio diverse attività, determinante oggi iniziare a pensare come intervenire per una ripresa post emergenza che, secondo alcuni esperti del settore, vedrà una riduzione delle presenze straniere da compensare con i tanti Italiani intenzionati a rivedere le proprie vacanze nel Paese. In un quadro difficile e incerto, risulterà determinante il ruolo delle Istituzioni a ogni livello, che non devono limitarsi a programmare e gestire sussidi, ma impegnarsi nel mettere in campo nuovi strumenti, anche innovativi, per permettere agli operatori del territorio di utilizzare il periodo di fermo forzato per programmare una nuova ripartenza.
“Scuole chiuse con inevitabile disdetta delle visite scolastiche nelle fattorie didattiche. Annullate ad agriturismi e albergatori tutte le programmazioni Pasquali e per i fine settimana lunghi del 25 aprile e 1 maggio. Sotto la morsa da STOP anche Ristoranti e Bar, che dovranno rinunciare alle entrate “da cerimonia” visto lo slittamento di confessioni e comunioni – secondo Rudy Marranchelli Project Manager di Rotondella Turistica – a rischio, per gli effetti e le misure collaterali, anche i periodi più “caldi” del trimestre estivo (giugno-agosto), in cui complessivamente si concentra circa il 70% delle presenze totali annue, senza contare – secondo Rudy Marranchelli – che, dopo Matera 2019, l’estate 2020 doveva essere quella di Rotondella Terzo Borgo più Bello d’Italia e del Metapontino con l’accogliente Costa Jonica. Un danno trasversale, ovvero, oltre che alle attività di ricettività, trasporti e intermediazione ha ricadute significative sui servizi culturali e sul commercio più in generale. Secondo il Centro Studi Touring Club Italiano per 100 euro spesi dai turisti italiani e stranieri nel nostro Paese, oltre un terzo va al settore della ricettività, 13 euro a quello della ristorazione, 12 al commercio (inteso come shopping), 7 a quello del trasporto aereo interno al nostro Paese, circa 6 a quello degli altri mezzi di trasporto (ferroviario, marittimo, stradale), 4 a quello dell’intermediazione (agenzie di viaggio e tour operator) e oltre 3 ai servizi culturali, sportivi e ricreativi. 20 infine vanno ad altri servizi non compresi tra quelli principali e più significativi (assicurazioni, spese per articoli o servizi generici). Se si considera che il 90% delle imprese turistiche Metapontine sono piccole o medie, l’epidemia rischia di essere fatale, essendo attività che tradizionalmente non hanno grandi capacità finanziarie per reggere a lungo situazioni di improvvisa mancanza di domanda. I servizi infatti non sono immagazzinabili, non si possono stoccare in attesa di tempi migliori: una stanza di casa albergo, una cena o una visita guidata non fatta, sono persi per sempre nel conto economico di un’impresa o di un professionista – concludendo Marranchelli fa notare – che oggi ci troviamo di fronte a un danno certo, di mancato reddito per fatti eccezionali non preventivabili e non assicurabili. Partendo da quest’ultimo presupposto bisogna pensare ad azioni di ristoro del danno, che non possono essere il microcredito o altri strumenti creditizi sia pure agevolati, tali strumenti vanno utilizzati per la loro funzione originale, ossia finanziare il capitale circolante e investimenti finalizzati alla crescita”
Rotondella Turistica infine confida nel ruolo delle tante associazioni di promozione turistica, culturale e sociale che dovranno reinventarsi e reinventare il modo di promuovere e ossigenare il territorio.