Covid-19, a pranzo due metri di distanza e quarantena anche per chi è vaccinato: ecco le nuove indicazioni anti contagio
Il rischio di reinfezione da SARS-CoV-2 è stato valutato in uno studio multicentrico condotto su oltre 6.600 operatori sanitari nel Regno Unito. I risultati mostrano che nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 «la durata dell’effetto protettivo dell’infezione precedente ha una mediana di 5 mesi». Ancora: un metro rimane la distanza minima da adottare per evitare il contagio ma sarebbe opportuno aumentarla «fino a due metri, laddove possibile e specie in tutte le situazioni in cui venga rimossa la protezione respiratoria come, ad esempio, in occasione del consumo di bevande e cibo» per la circolazione di varianti del coronavirus.
Le indicazioni sono contenute nel documento “Indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione”, realizzato da Inail con Iss, ministero della Salute e Aifa. Con il dilagare delle varianti del virus, a partire da quella inglese responsabile ormai di oltre il 50% dei casi di infezione a livello nazionale, sono dunque arrivare le nuove indicazioni per la prevenzione ed il contenimento.
Quarantena anche per chi è vaccinato
Tra le altre, quella in base alla quale anche chi è stato vaccinato può contrarre il virus, anche se il rischio è più contenuto. Anche chi è vaccinato, dopo un’esposizione ad alto rischio con un caso Covid, deve adottare le stesse indicazioni preventive valide per una persona non sottoposta a vaccinazione, a prescindere dal tipo di vaccino ricevuto, dal numero di dosi e dal tempo intercorso dalla vaccinazione. Il vaccinato considerato “contatto stretto” deve osservare, purché sempre asintomatico, 10 giorni di quarantena dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo al decimo giorno o 14 giorni dall’ultima esposizione.
La somministrazione di un’unica dose
Vaccino in una sola dose dopo un arco di tempo che varia dai 3 ai 6 mesi dalla malattia per chi è già stato contagiato, a meno che non sia immunodepresso: a quel punto scattano tempi più brevi e le iniezioni salgono a due.
Durata protezione del siero non definita
Nella pubblicazione viene messo in evidenza che anche i soggetti vaccinati, seppur con rischio ridotto, possono andare incontro a infezione da Sars-cov-2 poiché nessun vaccino è efficace al 100% e la risposta immunitaria alla vaccinazione può variare da soggetto a soggetto. Inoltre, la durata della protezione non è stata ancora definita.
Quanto ai test diagnostici da effettuare, per garantire la diagnosi d’infezione sostenuta da varianti virali con mutazioni nella proteina Spike «i test diagnostici molecolari real-time PCR devono essere multi-target», ovvero capaci di rilevare più geni del virus e non solo il gene spike (S) che potrebbe dare risultati negativi in caso di variante.
Regole distanze e uso dpi anche per vaccinati
Tutti i lavoratori, inclusi gli operatori sanitari, devono continuare a utilizzare rigorosamente i dpi, i dispositivi medici prescritti, l’igiene delle mani, il distanziamento fisico e le altre precauzioni secondo la valutazione del rischio, indipendentemente dallo stato di vaccinazione e aderire a eventuali programmi di screening dell’infezione. Quindi ogni lavoratore, inclusi gli operatori sanitari, anche se ha completato il ciclo vaccinale, per proteggere se stesso, gli eventuali pazienti assistiti, i colleghi, nonché i contatti in ambito familiare e comunitario, dovrà continuare a mantenere le stesse misure di prevenzione, protezione e precauzione valide per i soggetti non vaccinati, in particolare osservare il distanziamento fisico (laddove possibile), indossare un’appropriata protezione respiratoria, igienizzarsi o lavarsi le mani secondo procedure consolidate.
(Fonte Sole24Ore)