Crediti incagliati, in Basilicata a rischio un migliaio di posti di lavoro.
Trecento milioni di euro incagliati, in Basilicata, in seguito al decreto del Consiglio dei ministri del 16 febbraio scorso sull’interruzione della cessione dei crediti e dello sconto in fattura. Un migliaio di posti di lavoro a rischio in regione. Per rilanciare l’allarme, le associazioni datoriali lucane, le parti sindacali, gli ordini degli ingegneri, degli architetti e dei geometri di Matera hanno incontrato il 30 marzo il prefetto di Matera Sante Copponi e hanno riscontrato, con soddisfazione, la sua sensibilità e la sua piena disponibilità a contribuire alla risoluzione di un problema che rischia di creare danni enormi per lavoratori, famiglie e imprese.
“La questione rischia di condannare il Paese, e di conseguenza la Basilicata, a una brusca frenata e a un pericoloso crollo di fiducia”, hanno sottolineato i rappresentanti settoriali di Confartigianato Matera, Agci, Confcooperative e Legacoop Basilicata, Cna Basilicata, Confapi, Casartigiani, dei tre sindacati Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil e della Rete delle professioni tecniche Ingegneri, Architetti e Geometri. Gli effetti si estenderanno a tutti i settori collegati, colpiranno le famiglie beneficiare degli interventi, con il rischio di migliaia di contenzioni con i soggetti realizzatori e le autorità preposte ai controlli”.
“La prima emergenza è lo sblocco dei crediti maturati, una misura resa ora possibile anche dal recente Manuale Eurostat del 1° febbraio 2023 che ha fatto cadere l’alibi dell’impatto sui conti dello Stato, dimostrando come il pregresso sia già interamente conteggiato nel suo deficit. Per sbloccare i crediti, occorre che li compri un acquirente pubblico di ultima istanza, coinvolgere le grandi imprese partecipate, invitare gli istituti di credito che ancora avessero capienza e consentire immediatamente agli istituti di credito di utilizzare gli F24 a compensazione di quelli maturati dalle imprese di tutte le dimensioni, dai professionisti e dalle famiglie”. “Queste misure – hanno rimarcato al prefetto di Matera tutte le organizzazioni presenti all’incontro – risultano purtroppo assenti nel decreto legge approvato. Occorre essere compatti nel chiedere al Governo gli interventi necessari per lo sblocco dei crediti e per programmare il sostegno alla riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare italiano per i prossimi anni”. “Gli effetti positivi che il superbonus ha determinato sull’ambiente, sul consumo energetico e sulle finanze pubbliche hanno notevolmente ridotto se non completamente annullato l’onere reale che graverebbe sul debito pubblico italiano, che tanto preoccupa le nostre autorità nazionali e che tanto sconcerto sta creando nell’opinione pubblica italiana”.