Credito cooperativo, il 2 marzo si sciopera per il rinnovo del contratto
C’è ancora fermento nel mondo del credito. Dopo lo sciopero dei bancari dello scorso 30 gennaio, saranno i dipendenti degli istituti di credito cooperativo ad incrociare le braccia lunedì 2 marzo. Lo sciopero è stato proclamato dai sindacati di categoria Fiba Cisl, Dircredito, Fabi, Fisac Cgil, Sincra Ugl e Uilca Uil per sollecitare il rinnovo del contratto nazionale e richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sull’importanza del credito cooperativo per la crescita delle piccole e medie imprese locali. In Basilicata operano dieci banche di credito cooperativo – ma solo tre hanno sede legale in regione – con 44 sportelli e poco meno di 200 addetti.
In questi giorni si sono tenute in tutta la regione le assemblee con i lavoratori delle Bcc per illustrare la piattaforma rivendicativa. Lo sciopero si articolerà in cinque manifestazioni nazionali a Padova, Faenza, Roma, Salerno e Castellana Grotte (BA). I lavoratori delle federazioni sindacali di Puglia e Basilicata manifesteranno davanti alla sede della Bcc di Castellana Grotte; una scelta non casuale in quanto l’attuale presidente, Augusto Dell’Erba, è anche presidente della Federazione delle Bcc di Puglia e Basilicata, nonché capo delegazione della Federcasse e in predicato di succedere all’attuale presidente nazionale Alessandro Azzi.
“Scioperiamo per il rinnovo del contratto di categoria, ma anche per tutelare la funzione che le banche di credito cooperativo svolgono nei territori”, spiega il segretario generale della Fiba Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, che guiderà la delegazione lucana alla manifestazione di Castellana Grotte. “I lavoratori sono in credito con le Bcc – spiega Macchia – perché hanno dimostrato senso di responsabilità quando si è trattato di riorganizzare il settore con scelte difficili che hanno consentito di risanare i bilanci”.
Il segretario della Fiba Cisl lucana si dice “preoccupato per il credito deteriorato in pancia alle Bcc e per le ventilate proposte di riforma del sistema che rischia di far saltare i principi mutualistici e quel rapporto stretto con il territorio che costituiscono da sempre la ragion d’essere del credito cooperativo. Noi vogliamo difendere il modello di banca di comunità”, conclue Macchia, che avverte: “senza il supporto del credito cooperativo il sistema produttivo lucano rischierebbe di essere raso al suolo”.