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Credito, subite le misure del patto per la crescita e il lavoro

Più prestiti bancari alle imprese, ma anche un sensibile aumento del grado di insolvibilità. Questa in sintesi la fotografia del mercato del credito lucano che emerge dal rapporto Unioncamere. Il segretario generale della Fiba Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, invita a “leggere bene i dati e a non farsi prendere dai facili entusiasmi”. “Se da un lato assistiamo ad una significativa ripresa delle erogazioni bancarie a favore delle imprese, in particolare delle aziende a conduzione familiare e delle società di persone fino a 5 addetti, è altrettanto vero che nel periodo preso in esame dai ricercatori di Unioncamere emerge una preoccupante tendenza al rialzo delle sofferenze bancarie, che hanno toccato quota 17,7%, con un crescita di oltre 7 punti dal 2009 ad oggi, indicatore piuttosto eloquente delle difficoltà in cui versano molte imprese lucane”.

Per il segretario lucano del sindacato bancari della Cisl “l’apparente contraddittorietà di questi dati, ovvero crescita dei prestiti e aumento delle sofferenze, va interpretata alla luce del diverso grado di elasticità alla crisi delle micro-imprese rispetto alla media impresa manifatturiera, specie quella legata al comparto del mobile imbottito nel materano”. Secondo Macchia “il dinamismo evidenziato in questo frangente dalle piccole e piccolissime imprese è un segnale positivo che va coltivato e consolidato con adeguati strumenti di sostegno, alcuni dei quali sono già previsti dal patto per la crescita e il lavoro, come il fondo di garanzia, il micro-credito e il fondo regionale per il venture capital, e vanno pertanto solo implementati, assicurando però tempi certi e procedure snelle. Allo stesso tempo è auspicabile che anche il sistema del credito privato – conclude Macchia – sappia fungere da lievito della ripresa sostenendo con convinzione le iniziative imprenditoriali serie e innovative, senza le quali risulterà piuttosto arduo recuperare la base produttiva e occupazionale andata compromessa in questi due anni per effetto della crisi economica”.

 

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