Crisi ex Ilva, Fim Cisl: “Il governo dia tranquillità alle imprese dell’Appalto e dell’Indotto”
«Il governo dia tranquillità garantendo sicurezza alle imprese dell’Appalto e dell’Indotto dell’ex Ilva». È l’appello che parte da Taranto, attraverso la locale organizzazione Fim Cisl, preoccupata di ogni eventuale ripercussione, che la chiusura dei rubinetti dei prestiti e degli affidamenti ai fornitori di Acciaierie d’Italia da parte di Banca Ifis, potrà avere sui lavoratori. «Auspichiamo che l’esito del confronto tra governo e ArcelorMittal – dichiara il
segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano – non provochi ulteriori disagi sociali al territorio, già abbondantemente sommerso da problemi di tenuta economica, dovuti all’estenuante situazione di crisi legata al siderurgico. Senza l’accesso al credito ed un intervento mirato al temporeggiamento degli oneri fiscali-erariali, diventa difficile governare l’attuale momento, anche perché pare quanto mai indispensabile un’iniezione di capitali freschi per dare ossigeno, evitando che l’intero indotto di Taranto collassi».
La fine del credito annunciato ufficialmente da Banca Ifis, rappresenta una mossa che ha sorpreso le varie aziende fornitrici dell’ex Ilva e che peraltro, stando ad alcune voci, sarebbe stata già adottata anche da altre banche. «Ci auguriamo che questa situazione difficile non possa gravare oltremodo sui lavoratori dell’Appalto e dell’Indotto, le cui aziende di appartenenza, a questo punto temono il ripetersi dell’esperienza del 2015, quando già Ilva andò in amministrazione straordinaria, per cui le fatture dovessero restare non pagate, insolute, veramente si innescherebbe una bomba sociale. Per queste ragioni – conclude Biagio Prisciano – sollecitiamo un intervento netto da parte del governo, a tutela delle imprese fornitrici affinché non trovino ogni eventuale chiusura da parte delle banche».