Crisi Governo, nota dei Verdi Basilicata
Tra accelerazioni e frenate, dichiarazioni e contro dichiarazioni, ripensamenti e aperture, la crisi di governo voluta da Salvini, assume una diversa forma da quella che sembrava essere un’esigenza di rimodulazione dei tempi e dell’agire quotidiano dei ministri del governo Conte. Con il passare delle ore e con il susseguirsi delle dichiarazioni dei protagonisti, quella che sembrava la crisi del secolo, si è rivelata poco più che una fetecchia, per dirla alla Totò. Non che fosse del tutto rientrata, ma di certo quella che Salvini aveva predetto come la crisi delle crisi che avrebbe portato in tempi brevissimi l’Italia al voto, si tradurrà, probabilmente, in un rimpastino di Governo con la sostituzione di alcuni ministri del M5S invisi al suo movimento. “Una burla di Ferragosto perpetrata a danno delle coronarie di poveri parlamentari al primo mandato che si sono visti passare davanti agli occhi, per qualche drammatica ora, il film della loro vita dal finale tragico: l’uscita di scena prima che maturassero i tempi per l’acquisizione dei benefici di legge”. Così ha definita l’attuale situazione tra M5S e Lega l’avv. Donato Lettieri dell’Esecutivo Nazionale dei Verdi.
“A quanto pare, si è trattato di una crisi legata a interessi di potere e non ad altro”. Mattarella, in questa circostanza, però, ha saputo tenere testa ai capricci del leader della Lega ricordando a tutti, per le vie ufficiose, se mai ve ne fosse stato bisogno, che la Carta Costituzionale affida al Quirinale e non al ministro dell’interno, il compito di sciogliere le camere, non prima comunque di aver espedito a qualsiasi tentativo di formazione di un governo alternativo sostenuto da una maggioranza parlamentare. Se la crisi però non dovesse rientrare, come alcuni commentatori sostengono e si prevedessero tempi brevi per lo scioglimento delle Camere, in Italia, si verificherebbe un problema di agibilità democratica legata alla legge elettorale. Legge elettorale fortemente limitativa della partecipazione democratica voluta dal PD nella passata legislatura che prevede un numero di firme molto alto a fronte della presentazione della lista stessa. Circa 60mila, quasi 900/1000 per collegio elettorale. Gli stati generali di Europa Verde, riuniti straordinariamente a Roma nei giorni scorsi per tracciare le strategie in previsione del voto, hanno sottoscritto una lettera da indirizzare al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere di modificare il cavillo in cui si evidenzia il numeri di firme occorrenti per la presentazione delle liste, ovvero una riduzione della metà della metà del numero di firme necessarie per la presentazione dei simboli. Una circostanza analoga a quella che fu adottata dal governo Monti quando, a ridosso dello scioglimento delle Camere, ratificò il provvedimento di riduzione delle firme agevolando anche il M5S che non aveva ancora rappresentanza parlamentare. All’emergenza climatica, sociale ed ecologica, dunque, si aggiunge drammaticamente anche quella democratica che il presidente Mattarella può arginare con un suo autorevole intervento. Solo così tutti i partiti possano partecipare alla competizione elettorale con eguali regole. Noi di Europa Verde siamo certi che anche in Italia, come nel resto d’Europa, i temi della sostenibilità ambientale, dell’economia circolare della transizione energetica, del lavoro e della sicurezza siano di grande attualità. Il paese è pronto a scegliere una nuova strada ecologista superando le barriere ideologiche nelle quali i Verdi sono stati per anni confinati. Siamo ulteriormente convinti che il nuovo corso politico dei Verdi Italiani con Europa Verde, saprà interpretare ottimamente i bisogni dei cittadini offrendo al paese un’alternativa credibile in materia di sviluppo sostenibile, economia circolare, mobilità sostenibile, lavoro e sicurezza. Le sollecitazioni dei movimenti giovanili, dei Friday for Future e dei tanti volontari coraggiosi pronti a sfidare i moloc della politica italiana, danno forza al progetto politico di Europa Verde consegnando a noi una responsabilità che siamo pronti ad assumerci rispetto a un ruolo centrale nel futuro parlamento Italiano.
Giuseppe Digilio