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Crob, la denuncia di Zullino: “L’istituto versa in condizioni critiche”

Il Presidente della quarta Commissione consiliare permanente, Politiche Sociali, Massimo Zullino, in seguito all’audizione del dirigente generale dell’Irccs-Crob di Rionero, Giovanni Battista Bochicchio, del dirigente amministrativo, Cristiana Mecca e del direttore scientifico, Alessandro Sgambato, nella Commissione di giovedì 11 luglio 2019, compie un’analisi sull’Irccs-Crob. “La situazione dell’Istituto dimostra essere molto più problematica rispetto alle notizie già conosciute. Il Crob, che dovrebbe configurarsi come il primo hub della oncologia della regione Basilicata, e quindi come Centro di riferimento unico regionale, non riesce a raggiungere tali propositi poiché le condizioni dell’ospedale sfiorano il completo dissesto”.

In relazione a quanto emerso dall’audizione dei vertici del Crob, tenutasi l’11 luglio scorso, Zullino fa riferimento “alle scelte politiche del passato, scelte che si sono rivelate inconcludenti ed errate, e per questo l’Isituto, nel 2020, rischia di perdere il carattere scientifico. Noi – sottolinea – faremo tutto il possibile affinché il Crob non solo resti aperto, ma torni ad essere il fiore all’occhiello delle risorse scientifiche del territorio”. “In tal senso – precisa Zullino – va la comunicazione dell’esito dell’audizione che abbiamo inviato al Presidente della Giunta regionale, all’assessore alle Politiche della persona, al Presidente del Consiglio regionale, ai componenti della Giunta regionale e della quarta Commissione consiliare permanente. Una comunicazione che ha il precipuo scopo di fare il punto sullo stato dell’arte ma, soprattutto, di focalizzare l’attenzione sulle prospettive dell’Istituto”. “L‘Ircss-Crob di Rionero in Vulture – dichiara il presidente della quarta Commissione – ha organi di governo diversi dalle altre aziende sanitarie; ogni biennio è sottoposto a verifica da parte di una Commissione ministeriale che, in data 5 luglio 2018, ha confermato il carattere scientifico dell’Istituto de quo. Per ottenere la riconferma del riconoscimento di Irccs di diritto pubblico la struttura necessita di essere rafforzata, come esplicato anche dal Consiglio di Indirizzo e Verifica di nomina mista, ministeriale e regionale, che ne verifica la produzione clinica e scientifica. Le potenzialità dell’Istituto non possono essere garantite con i trenta ricercatori a tempo determinato. E’ necessario un numero di ricercatori pari ad almeno il doppio di quelli esistenti”.

“Chiare le raccomandazioni pervenute dal Ministero – ricorda il Presidente della quarta Commissione – l’Irccs– Crob si deve configurare come il vero hub della oncologia della Regione Basilicata (fino ad oggi ciò non è accaduto in quanto nessuno vuole essere il “secondo”); attuare la rete oncologica che a sua volta stia dentro un piano oncologico regionale (nella Conferenza Stato – Regioni 2019 si è evidenziato la necessità di reti cliniche per garantire una rete efficace). La rete oncologica delle tre regioni che hanno anche aderito al progetto A.M.O.R.E. (Alleanza Mediterranea Oncologica in Rete) si sta realizzando come segue: la Campania con fondi pari a 160 milioni di euro per la rete oncologica e 50 milioni di euro per l’adroterapia; la Puglia con fondi pari a 28 milioni di euro per l’oncologia di Bari; la Basilicata nel 2018 con fondi pari a soli 4 milioni di euro per l’Irccs-Crob che è dotato, tra l’altro, di tre macchine obsolete di radioterapia. Per bloccare le D.R.G. (Diagnosis Related Group), ossia il raggruppamento omogeneo di diagnosi di fuga, in altri termini per eliminare le cause di migrazione sanitaria di oncologia verso altre regioni urge attribuire all’istituto maggiori fondi. Le D.R.G. (Diagnosis Related Group) il raggruppamento omogeneo di diagnosi di fuga investono in primis sulla chirurgia e sulla radioterapia che afferisce alla strumentazione e soprattutto alle risorse umane necessarie per garantire il servizio. La ricerca scientifica, la quantità dell’assistenza, la capacità di brevetti, network rappresentano gli standard per il rinnovo del riconoscimento del Crob quale Irccs (Istituto di Ricerca e di Cura a Carattere Scientifico) da parte del Ministero. La rete oncologica va costruita, la prima delibera di Giunta regionale è del 2008; non si può dare tutto a tutti; occorre una ‘alleanza contro il cancro’ con più punti di accesso alla rete che parlino la stessa lingua, identificando luoghi giusti dove curare. Nella rete non c’è un primo attore, ma tutti sono anelli importanti. Il Crob ha avuto difficoltà a competere, registrando mobilità passiva, per carenza di idonei finanziamenti, per mancanza della strumentazione necessaria, per carenza di personale che ha impedito persino di partecipare al bando Aifa sulla immunoterapia”.

“Pertanto – sottolinea Zullino – il quadro che emerge dall’audizione dei vertici aziendali ell’Irccs-Crob, richiede la necessità di un intervento immediato nei seguenti punti: dotare l’istituto di fondi indispensabili per il futuro riconoscimento Irccs; riconoscere il Crob come Centro di riferimento unico regionale; costruire l’hub terapico presso l’ospedale di Rionero in Vulture; implementare gli studi clinici – dal P.N.E. (Piano nazionale esiti). “Evidente – afferma Zullino – il messaggio ‘più fai più sai’, per cui il professionista bravo ha bisogno di fare casistica, ma casistica con lettura scientifica internazionale; di qui la necessità di concentrare la casistica al Crob e non dividerla tra più ospedali, specie in una regione piccola come la Basilicata”. “E ancora – prosegue il presidente dell’organismo consiliare – occorre rafforzare il Crob nell’attività chirurgica; dotare l’Istituto di fondi per un laboratorio di terapia cellulare per stare al passo con le evoluzioni della scienza, autorizzalo ad utilizzare l’utile di esercizio; prevedere un aumento di personale soprattutto sanitario”.
“Dall’analisi affiora uno status quo dell’Istituto molto più grave di quello di cui si era a conoscenza. Un quadro chiaro e incontrovertibile – conclude Zullino – che necessita una presa di posizione sollecita e forte. L’auspicio per il bene dei lucani è che la questione venga inserita tra le priorità d’intervento del Governo regionale”.

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