Csail: “Aziende agricole Val d’Agri e Sauro a rischio usurai”
“Strani personaggi da giorni si aggirano tra le aziende agricole e zootecniche della Val d’Agri e del Sauro proponendo ai titolari di svendere. Le offerte da usura sono persino inferiori ad un decimo del valore di mercato. Ad un agricoltore di Corleto questi strani personaggi hanno avuto la faccia tosta di proporre qualche migliaio di euro per tre ettari di frutteto (mele)”. E’ la denuncia del Csail, a firma del presidente Filippo Massaro, per il quale “la causa della forte speculazione è da ricercare nei gravissimi ritardi dell’Arbea-Agea nell’erogazione dei contributi comunitari dovuti agli agricoltori della val d’agri–sauro (e non solo) che avrebbero il sicuro effetto positivo almeno di tamponare la situazione di forte indebitamento con le banche. Malgrado i controlli sul campo dei terreni a riposo, forestazione, biologico ed altre misure effettuati, le verifiche svolte in alcuni casi anche due-tre volte, i pagamenti non arrivano. La già precaria situazione economica per gli agricoltori – dice Massaro – è diventata insostenibile, al punto che c’è già chi è costretto far ricorso agli usurai e successivamente non reggendo l’onere delle rate da pagare, a “svendere” le aziende. L’inchiesta giudiziaria recente nel Lagonegrese (a due passi dalla Val d’Agri) dimostra che il fenomeno dell’usura è molto più diffuso di quanto si possa credere. Secondo informazioni assunte in Arbea – riferisce il Csail – i pagamenti sono stati tutti “congelati”: probabilmente la causa e’ dovuta alla allegra e discussa gestione precedente a quella del commissario Freschi. Purtroppo dell’inchiesta sulla gestione Di Mauro all’ Arbea disposta dal Consiglio Regionale non c’è alcuna notizia (tutto come da copione) ?.
Il CSAIL, nell’interesse degli agricoltori delle aree interne, non si stancherà mai di richiedere l’accertamento dei responsabili e delle cause tecniche, politiche, amministrative che hanno determinato una gestione disastrosa dell’Azienda Arbea per trasferire, effettivamente e non come accade adesso “formalmente”, ogni funzione e compito direttamente all’Agea, l’Agenzia nazionale per l’erogazione degli aiuti comunitari, come accade già da anni in altre Regioni. Oltre ai 180mila euro l’anno per il direttore-commissario, l’Arbea è costata centinaia e centinaia di migliaia di euro, somme assai discutibili per incontrollato sperpero di vario genere e per servizi informatici affidati ad aziende esterne oltre che per adeguare i propri servizi informatici che avrebbero dovuto snellire tempi e procedure delle pratiche di richieste di aiuti comunitari”.
Filippo Massaro – Csail