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CSAIL condivide lo sciopero dei benzinai

Il CSAIL-Indignati, che aveva chiesto al Governatore-sceicco De Filippo di intervenire nei confronti dell’a.d. Eni Scaroni perché come ‘segnale’ proseguisse in Basilicata la campagna di sconto carburanti alla pompa, condivide le motivazioni dello sciopero dei benzinai indetto dai sindacati di categoria Fegica Cisl, Faib Confesercenti e Figisc-Anisa Confcommercio contro i petrolieri che hanno chiuso ogni spazio di trattativa e il governo, incapace e colluso, non è riuscito a trovare una via d’uscita per scongiurare lo sciopero. Dunque anche i titolari di stazioni di carburanti di fronte agli abnormi dati sulla spesa dei cittadini per i carburanti, chiedono al Governo di stoppare il vergognoso strapotere dei petrolieri sulle tariffe e di tagliare le vecchie accise che gravano su benzina e gasolio, eliminando quelle introdotte prima del 2002. “E’ significativo che nei primi 8 mesi del 2012 i consumi di carburante sono calati in Italia del 9,3% e che da noi, nel comprensorio petrolifero, come ci hanno confermato titolari ed addetti alle stazioni di carburante – afferma Filippo Massaro – anche del 15-18%”.

“Per noi – spiega ancora il presidente Csail-Indignati – l’obiettivo prioritario è quello di chiedere al Governo Monti di tagliare quelle accise introdotte prima del 2002 palesemente ingiustificate e anacronistiche, misura che porterebbe ad un risparmio per gli automobilisti pari a 23 centesimi di euro al litro (ossia 11,5 euro a pieno).

Di seguito l’elenco di accise oggetto della richiesta condivisa da tutte le associazioni dei consumatori al Governo: 1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936; 14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956; 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963; 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966; 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968; 99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976; 75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980; 205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra del Libano, (che a noi italiani non ci frega nulla), del 1983 ; 22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996 ( altro grave errore)”.

“Non crediamo – aggiunge Filippo Massaro – che per l’Eni si tratti di un sacrificio economico da “svenarsi” tanto più che lo stesso “manager” della compagnia che estrae petrolio in Val d’Agri e nel Sauro ha dichiarato che la quantità di carburante venduto durante l’estate con la campagna promozionale è andato oltre le previsioni con il cosiddetto effetto di “trascinamento promozionale” negli altri giorni della settimana, fidelizzando l’automobilista. Dunque chiediamo un piccolo segnale all’Eni nei confronti di una comunità che continua a dare tanto contribuendo alle ‘fortune di alcuni politici’ e del ‘cane a sei zampe’ che, indisturbata, continua la ‘rapina’ del sottosuolo e dell’ambiente della Val d’Agri-Sauro”. Per il Csail-Indignati i benzinai (specie i lavoratori dipendenti) sono anch’essi come gli automobilisti della Val d’Agri vittime dell’arroganza e dello strapotere delle compagnie petrolifere.

 

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