Csail, sospesa attività di parto punto nascita dell’ospedale di Villa d’Agri
L’allarme (inascoltato) lanciato dal Csail in tante occasioni sulla chiusura del Punto Nascita nell’Ospedale di Villa d’Agri purtroppo è caduto nel vuoto: la giunta Regionale con delibera 718/2014 del 20 giugno scorso ha decretato la sospensione dell’attività di parto presso l’importante struttura al servizio di mamme e famiglie del vasto comprensorio valligiano (e non solo). Eppure avremmo potuto e dovuto contare sul sottosegretario alla Salute Vito De Filippo per ottenere l’ennesima deroga, come ci aveva illuso il precedente Assessore alla Sanità Attilio Martorano tacciandoci di “gridare a lupo!”. E’ il commento di Filippo Massaro, a nome del Csail-Indignati Lucani – E’ anche questo l’ulteriore segnale di impegno e di interesse per la Val d’Agri del subdolo sottosegretario dopo aver accumulato pesanti e vergognose responsabilità sulle royalties bloccate e che il Presidente Pittella, dopo anni di visite a Roma di De Filippo con il cappello in mano, sta cercando di scongelare. Altro che obiettivo di ottenere una deroga dall’incapace sottosegretario del Ministero della SaluteDe Filippo responsabile di ulteriore danno alla comunità del Territorio Petrolifero Lucano. Come al solito sono stati presi in giro i cittadini svuotando l’ospedale di zona di un servizio essenziale. Le avvisaglie c’erano da mesi con le notizie circolate sui pediatri che dovevano essere quattro e poi mese per mese diminuiti di numero. Di “tagliare” i punti nascita dove non si raggiungevano i 500 parti all’anno si parlava prima ancora che la scure del fallimentare governo Monti si affacciasse all’orizzonte. Le nascite sono diminuite per incapacità del Governo Regionale, presieduto dal Governatore-sceicco De Filippo, di aver sperperato in mille rivoli – dice Massaro – molti milioni di euro provenienti dalle royalties e non aver saputo dare il lavoro e frenare l’emigrazione dalla Basilicata , Regione più ricca d’Europa, a migliaia di giovani in cerca di lavoro. La Regione Basilicata ha censito il numero dei parti presso i sei punti nascita lucani e ha pensato di porsi l’obiettivo di “Razionalizzazione/riduzione progressiva dei punti nascita della Regione Basilicata con numero di parti inferiore a 1000/anno, prevedendo l’abbinamento per pari complessità di attività delle Unità operative ostetrico-ginecologiche con quelle neonatologiche/pediatriche, riconducendo a due i precedenti tre livelli assistenziali” . Per rimanere vivi bisognava raggiungere almeno i 500 parti all’anno. E qui vengono le dolenti note- continua Massaro – per quel che concerne Villa d’Agri, le proroghe dal 2011 si sono ripetute di sei mesi in sei mesi senza prendere in considerazione di “abbinare le attività ostetrico-ginecologiche con quelle neonatologiche/pediatriche”. Questo, avrebbe significato “tagliare” una delle due poltrone di primario, fra ostetricia/ginecologia e pediatria. Anche la Conferenza dei Sindaci e l’Area Programma Val d’Agri con il sindaco di Marsicovetere Cantiani in funzione di Presidente ci hanno messo del loro fidandosi ingenuamente prima di Martorano e di recente del sottosegretario De Filippo e quindi limitandosi a retorici e stucchevoli documenti di difesa. A questo punto il Csail – conclude Massaro – sollecita la nomina di una Commissione d’inchiesta ministeriale che appuri perché non è stato realizzato il previsto “abbinamento per pari complessità di attività delle U.U.O.O. ostetrico-ginecologiche con quelle neonatologiche/pediatriche, riconducendo a due i precedenti tre livelli assistenziali”, e di relazionare in merito alle reali criticità e disfunzioni, e relative responsabilità politiche, dell’Ospedale di Villa d’Agri.
Filippo Massaro, Csail-Indignati Lucani