BasilicataCronaca

Da domani sono in sciopero della fame……per fame di trasparenza

Agli inizi degli ‘90, i Sassi di Matera, riconosciuti dall’Unesco nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità e dotati della Legge Speciale n° 771, 1986, videro una intensa e fervida opera di recupero. Si mobilitarono ingenti risorse pubbliche e private. Il Comune di Matera impresse una spinta propulsiva con i primi Piani di Recupero per la rivitalizzazione urbanistica del cadavere illustre. Dal Secondo Piano Biennale datato 1994-96 la sfida culturale del recupero si è progressivamente affievolita ed esaurita.

Esauriti i finanziamenti della Legge 771, 1986, l’Ufficio Sassi, piuttosto che incoraggiare e sostenere gli operatori privati interessati ad investire nel recupero del patrimonio pubblico con denaro proprio, sostitutivo di fonti pubbliche, ha svolto una funzione di freno, improntata a sistematiche pratiche dilatorie, omissive, illegittime e fuorvianti.

Una Città estesa su 29 ettari di patrimonio storico-culturale asceso agli onori UNESCO, che dispone di prevalente patrimonio pubblico, stimato nell’ordine dell’85%, derivante dalla espropriazione all’epoca del trasferimento dai Sassi ai nuovi quartieri.

Eppure, nonostante il regime pubblico della proprietà, il Comune procede nelle assegnazioni in deroga ai concorsi pubblici. La politica comunale privilegia la linea degli affidamenti a chi disponga di proprietà privata. Così, si elargiscono sub-concessioni anche di parecchi metri quadri d’immobili pubblici, favorendo piuttosto gli interessi speculativi, tanto più se ammanicati a qualche protettore del Comune, mentre i portatori di bisogni non ricevono risposta alle richieste di sub-concessione per farsi la residenza o l’attività. Gli unici Bandi pubblici sono soltanto due, attivati inizialmente. Quello per la casa alle giovani coppie e l’altro per le attività commerciali diffuse lungo la via carrabile che attraversa i Sassi. Poi, non c’è stato più un Bando pubblico andato in porto.

Il vuoto di programmazione – dopo il periodo 1994-96 corrispondente al Secondo Piano di Recupero – ha portato all’improvvisazione, alla banalità, a procedure sempre più lente, anomale e soprattutto “discrezionali”. Verso i cittadini, specie quelli “non protetti”, prevale un rapporto amministrativo improntato a reticenza e spesso a palese ipocrisia. Si fa andirivieni in Comune, si aspetta per anni una risposta, alla fine il cittadino di resistenza media è sfinito e rinuncia.

In questo quadro vergognoso e sconfortante c’è l’odissea personale: una vicenda che si trascina da oltre un decennio in tira-e-molla e ‘muine’ … un trattamento di ordinaria burocrazia, fatto d’indifferenza e insensibilità, che diventa letale al diritto di cittadinanza o di fare impresa.

Al che non mi resta che il gesto estremo dello sciopero della fame .. mi auguro sia catartico,

Farò lo sciopero della fame con una postazione mobile piazzata sotto Palazzo di Città e da qui farò servizio a sportello per umiliati ed indignati. In vista dello sciopero del digiuno ho preparato un programma per il Comune ben nutrito e fatto d’ingredienti per la “trasparenza”.

Nel periodo del digiuno prevedo più puntate: dallo sportello ai cittadini, al registro dei casi di palese ostracismo e ingiustizia; dalla raccolta dei falsi agli abusi di potere in atti pubblici; dal malaffare alle questioni morali…

Mi dispiacerebbe se così dovesse compromettersi oltre che la mia salute, anche l’immagine della candidatura di “Matera 2019 a Capitale della Cultura Europea” … Conta forse più che si chieda al Comune, ora, qui e subito, atti concreti e trasparenti per la Città del 2012 e degli anni immediatamente a seguire piuttosto che miraggi rinviati al 2019 e che paiono ipocrisie del potere , come specchietti ammaliatori e distrattivi.

Con la mia emblematica ed esasperante vicenda decennale, dedico questo gesto estremo d’indignazione e riscatto a tutte quelle avvilenti e compassionevoli storie di cittadini che entrano nel Palazzo di Città e poi sai ritrovano a soggiornare per anni in mortificanti attese nei corridoi del della riduzione dei cittadini a sudditi … Ahimè, ho in mente tanti di quei volti impotenti e rassegnati, irretiti dall’indecoroso e illegittimo trattamento.

Fabrizio Zampagni – imprenditore turistico

 

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