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Da Ezra Pound a Carmelo Bene, CasaPound Italia cambia nome e diventa CasaBene

CasaPound? CasaBene! La “Casa” romana dedicata al grande poeta americano onora il genio ‘non conforme’ per antonomasia Carmelo Bene, intestandogli per un giorno l’edificio di via Napoleone III e facendo sì che “CasaPound” diventi per 24 ore “CasaBene”. Un omaggio che ha trovato l’adesione della sorella di Bene, Maria Luisa, e che si sostanzia in un ‘restyling’ completo per Cpi, dalla scritta in marmo che campeggia sull’occupazione romana nel quartiere Esquilino al logo dell’associazione, ma anche in una serie di manifesti dedicati al grande attore italiano, che tacitava i ‘grillacci’ del malaugurio facendo della sua vita, e della sua scandalosa diversità, un’opera d’arte. Nel pomeriggio, poi, uno speciale su Carmelo Bene con interviste, testimonianze e letture andrà in onda sulla webradio del movimento (www.radiobandieranera.org).

“Ezra Pound e Carmelo Bene sono due giganti eretici del Novecento che la critica ufficiale vuole normalizzare, banalizzare, quando non semplicemente dimenticare – spiega il leader di CasaPound Italia Gianluca Iannone – In un’epoca mediocre in cui gli spazi di libertà si vanno restringendo ogni giorno di più, in cui per l’eresia non sembra esserci più spazio, la nostra è una provocazione culturale contro chi tradisce la memoria dei grandi e cerca di ridurre all’isolamento gli anticonformisti. A cominciare da Carmelo Bene, genio irregolare del Novecento, se mai ve ne fu uno. Proprio in questi giorni, del resto, una causa assurda ed eterodiretta contro la nostra associazione pretenderebbe di toglierci il diritto di richiamarci a Ezra Pound, in nome di una visione della cultura poliziesca e basata sul copyright. Se ‘CasaPound’ non ha da essere, allora, per un solo giorno proviamo a diventare ‘CasaBene’, in nome di un genio tradito e dimenticato che aveva sconvolto tutti i canoni della cultura tradizionale, scandalizzato tutti i custodi dell’ortodossia e indispettito i guardiani del bene. Quello con la minuscola. Si tratta di un piccolo omaggio – conclude Iannone -, che vuole semplicemente rendere onore a chi ha fatto dell’essere non conforme una bandiera e che per questo motivo può rappresentare un punto di riferimento per tutti gli uomini liberi, trasversalmente alle appartenenze politiche e culturali”.

 

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