Dal 29 febbraio continua lo sciopero della fame
Stiamo parlando di una decennale vicenda di mala burocrazia e di governante insoddisfacente per i cittadini di Matera. Nel caso emblematico che spinge l’imprenditore dei Sassi Fabrizio Zampagni a “digiunare … per fame di trasparenza”, si tratta di un ritardo decennale di una pratica di sub-concessione d’immobili pubblici previsti in affidamento per un progetto alberghiero presentato da Zampagni all’Ufficio Sassi nel dicembre 2002. I ritardi del Comune hanno poi prodotto la perdita del contributo POR regionale 2000-2006. Per il grave danno subito, l’imprenditore ha di recente chiamato in causa l’Amministrazione Locale che resta in contumacia. Un altro danno ancor più grave si paventa. Il trasferimento dell’investimento iniziale della ditta Zampagni ad una cooperativa turistica, denominata “Cavea” s.p.a. è da tempo in stallo. Da parecchi mesi si attende che il Comune autorizzi il passaggio alla cooperativa delle sub-concessioni tardivamente riconosciute a Zampagni. Nonostante lo sciopero della fame al quindicesimo giorno, il Comune non si decide a rispondere. Le lungaggini del Comune di Matera finiscono così per mortificare l’opera di chi – con fondi propri e fonti alternative alle risorse ormai esaurite della Legge 771, 1986 per la rivitalizzazione dei Sassi – recupera dall’abbandono porzioni del patrimonio storico-culturale riconosciuto dall’UNESCO. “Burocrazia canaglia” – dice Zampagni – “a scapito di chi fa impresa per lo sviluppo dell’occupazione e della cooperazione, per la valorizzare ed incrementare l’ospitalità e il turismo culturale”
Intanto sabato e domenica, in serata alle ore 18, sono in programma presso la Mediateca Provinciale di Matera, due incontri pubblici, sui “Ritardi comunali nei piani di recupero dei Sassi, fermi al 1994-96” e sul “Parco-Museo Demoetnoantropologico” in Rione Casalnuovo – l’area dei Sassi di pregio storico-testimoniale, attualmente in uno stato così desolante di degrado ed abbandono, da far intervenire ieri “Striscia la notizia”.
Col mio digiuno denuncio l’ostracismo e la scarsa trasparenza del Palazzo di Città, che pregiudica le iniziative di valorizzazione dei Sassi che non hanno “padrini”. Rallenta lo sviluppo e un futuro migliore per la Città. Frena l’impresa e la cooperazione, le opportunità occupazionali nel bacino del turismo culturale più trainante della Regione.
“Al quindicesimo giorno dello sciopero della fame, rivendico con le forze che mi rimangono il ripensamento e i superamento delle patologie burocratiche espressione di una governance della Città assai deludente per la generalità dei cittadini “meno protetti”.
Ricevuto in Prefettura, venerdì scorso, ho chiesto al Prefetto un interessamento per quanto di competenza istituzionale. Non cerco una segnalazione a sostegno che si limiti a risolvere il caso personale. Del resto, ormai il danno della malaburocrazia comunale l’ho subito. Intendo piuttosto socializzare pubblicamente e associare il caso mio ai casi di tanti altri, portando allo scoperto l’andazzo che si lamenta nei corridoi del Comune e che lascia troppi cittadini depressi ed impotenti. Allora, ho pregato S.E. il Prefetto, nell’ambito naturalmente delle sue prerogative, di orientare l’autorevole Sua attenzione verso il Palazzo di Città, per verificare se siano o no ravvisabili patologie tali da inficiare la credibilità della “casa dei cittadini”, secondo quanto sancito per la funzione del Comune nell’ordinamento istituzionale, riducendo anche la più generale credibilità nelle istituzioni pubbliche … se siano o no ammissibili, lungaggini, manovre dilatorie e tergiversazioni così estenuanti da far fallire le imprese, arbìtri tanto discrezionali da “garantire i forti”, “danneggiare ed emarginare i deboli”, ovvero i cittadini “meno protetti” e “senza padrini” … Prego S.E. il Prefetto di chiedere all’Ufficio Legale del Comune di Matera, la casistica degli ultimi lustri in ordine alle liti giudiziarie tra cittadino e Comune per accertare se l’Amministrazione Locale riesca a vincere qualche causa … Purtroppo, è allarmante il dato delle sentenze di condanna comminate alla pubblica Amministrazione Locale. Non è un segnale d’allarme sullo “stato della salute pubblica” ? Non è forse un test valido per misurare i livelli di efficienza ed efficacia della funzionalità comunale a servizio dei cittadini … non sarà che poi a pagare siano sempre i cittadini ?
Nell’informazione diffusa nei giorni scorsi, la replica dell’Avvocatessa Maria Pistone è stata ripresa con titoli, del tipo “Seguiamo solo quello che dice la legge” … siccome le sub-concessioni attese da Zampagni sono sottoposte “ai vincoli del 2° Programma Biennale dai quali non si può prescindere (…) “ … “Zampagni è un cittadino come tutti gli altri e per questo l’iter vale anche per lui”. L’Assessore ai Sassi finge di ignorare che lo scorso 19 dicembre, la Dirigente. La Dr.ssa Delia Tommaselli, a capo del Settore Sassi, mette nero su bianco e protocolla una “nota interna” indirizzata all’Assessore, Avv. Maria Pistone, avente come oggetto: “richiesta d’indirizzi”. La Dirigente segna che “(…) data la decadenza del 2° Programma Biennale, a cui riferirsi nella verifica della compatibilità degli interventi (…) si chiede indirizzi di merito per la valutazione delle istanze prodotte“ dai cittadini richiedenti immobili di proprietà pubblica nei Sassi.
Dunque, l’Avv. Pistone eviti di “mandarla in caciara”. Rammenti che attendo il completamento delle sub-concessioni alberghiere previste nel 2003 nella Determina Dirigenziale di preliminare affidamento. E che non può opporre incompatibilità e vincoli emergenti dal Secondo Programma Biennale, ormai decaduto, senza che nel frattempo sia stato approvato il Terzo Programma Biennale, che nel 2003 era stato discusso pubblicamente e mi si dava in imminente approvazione.
Chi sta, allora, a posto con la legge ? Le varie Amministrazioni Comunali che in questi due lustri si sono succedute lasciando i Sassi in una sorta di anarchia programmatica ? … Oppure Zampagni ? cui si frappongono incompatibilità programmatiche derivanti da un piano di recupero che risale al 1994-96, decaduto e considerato inefficace, per legge urbanistica (n°457,1978). Il Comune ha forse assolto “il suo mestiere” ? o ha lasciato i Sassi nel black-out programmatico per meglio consentire le scelte discrezionali, omettendo l’aggiornamento degli strumenti di programmazione e l’approvazione del Terzo Programma Biennale, rimasto in letargo da oltre un decennio.
In una nota del 5 marzo scorso indirizzata all’Assessore ai Sassi, offro la disponibilità a rinunciare agli immobili in sub-concessione rilasciatimi con delibera di Giunta n° 43 del 2009 e rimasti fino ad oggi lettera morta. Contestualmente chiedo la revoca di quelle sub-concessioni arbitrarie e in deroga ai vincoli – allora vigenti – del 2° Programma Biennale, a tutto beneficio di chi è previsto nel vostro “album del consenso”.
Altro che cittadini uguali ?… altro che rispetto della legge ? … come vorrebbe far passare l’Avvocatessa Pistone ! Non è, forse, che per l’Assessore ai Sassi, nostro Vice-Sindaco valga quello sconsolante detto popolare materano, secondo cui: “legg è u ciallidd, ciallid è legg”.
Oso dubitare che l’Avv. Pistone, nelle vesti di Assessore ai Sassi, non possa considerarsi affatto in regola con la legge. Risulta infatti inadempiente nell’avvio del procedimento per l’aggiornamento della programmazione comunale per i Sassi. L’Avv. Pistone, Assessore ai Sassi e anche Vice-Sindaco, con l’intera maggioranza, invece di limitarsi solo a sopprimere l’art.19, avrebbe potuto adoperarsi in positivo – da allora e non da oggi – per avviare il rinnovo dei piani per i Sassi, fermi a quello del 1994-96. Perché, Assessore Pistone, attende il mio digiuno, si muove solo adesso per annunciare il Terzo Programma Biennale ? E’ il caso di richiamare la profezia citata all’interno della relazione al Terzo Programma Biennale, laddove l’urbanista Arch. Rota considera “la mancanza di programmazione è l’anticamera della banalità, improvvisazione, discrezionalità”. E per i Sassi, arbitrarietà, improvvisazione, banalità (ad es., gli ascensori …) hanno regolato la governance urbana di questo ultimo decennio, che ha rappresentato una vera e propria “pausa regressiva”.
La preventiva segnalazione che, sotto Natale, il Dirigente del Settore ebbe a notificare all’ Assessore ai Sassi è stata ignorata e – di fronte al mio caso – colpevolmente tacitata. Bel presidio della legge, Avv.Pistone !
L’ambizione della candidatura di “Matera 2019 a capitale della cultura europea” avrebbe meritato dall’Assessore ai Sassi, per di più Vice-Sindaco, altra sensibilità e slancio politico ? Così non è stato.
Soltanto l’altro ieri il grande annuncio e la locandina in edicola che a caratteri pieni riporta la notizia del giorno: <Presto il Terzo Programma Biennale>. Ma, sotto allo sciopero della fame, non riesce proprio ad essere credibile ! Del resto, ad oggi, i Consiglieri della Commissione Sassi non hanno ricevuto alcuna informativa per poter avviare la riflessione e prepararsi al confronto in commissione. … Il “presto” nel varo del Terzo Programma Biennale appare rientra nelle “muine” propagandistiche. Assessore, facciamola finita con “facimmu a muina” !
Piuttosto, voglia evitarci d’intrattenerci ulteriormente nel vostro “teatrino politico”, che ci allontana dal lavoro, dalle scadenze d’impresa e anche dagli affetti.
Ho deciso lo sciopero della fame, per fame di trasparenza. Ho tentato invano – in tempi, modi e interlocutori vari – di conservarvi e rinnovare fiducia. Devo riscontrare un deficit sconfortante di chiarezza, onestà intellettuale, competenza e sollecitudine per il bene comune.
Non mi resta che sollecitare, come già ho ribadito nella recente nota del 9 scorso, l’invito e la diffida a voler adottare quanto, insistentemente e da lungo tempo, atteso. Consentite alla cooperativa “Cavea” S.p.A. di subentrare nell’attività di cui sono titolare, senza ulteriori indugi nel riconoscimento delle sub-concessioni già deliberate. Per quel che mi riguarda non desisterò dall’azione di protesta, finchè non consentirete – alla Cooperativa “Cavea” S.p.A. che subentra nella mia titolarità – il completamento dell’intervento di recupero alberghiero nel comparto di Casalnuovo, in conformità alle previsioni del Piano di Recupero (Terzo), che prevedeva lì l’Area Produttiva.
Se tardate ancora ne potrebbe risentire la mia salute, ma certamente compromettete l’operatività dall’impresa cooperativa pronta già per la Pasqua prossima, ritardando l’investimento per recupero dell’albergo diffuso, già previsto con i fondi mutualistici già intercettati.
Come da ultima comunicazione, attendo ad horas una risposta che non blocchi ulteriormente i diritti d’impresa e le attese della cooperativa “Cavea”.
Vogliate dimostrarmi che non sempre per il Comune rispondere è un optional”.
Fabrizio Zampagni