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Danni da fauna selvatica, incontro al Dipartimento Agricoltura

Rispondere alle numerose sollecitazioni di associazioni agricole e dei cittadini sui danni causati dalla fauna selvatica, in particolare per la presenza dei cinghiali in forte aumento rispetto all’ultimo censimento. Ancora un appello della Regione alla collaborazione di tutte le parti (Enti Parco, Province, Aziende sanitarie e allevatori), per la costituzione di un gruppo di lavoro ristretto, per mettere in piedi la costruzione di una filiera della carne proveniente da cinghiale con macelli territoriali e centri di trasformazione.
E’ quanto è emerso stamane durante un incontro tenutosi presso la Sala Basento del dipartimento Agricoltura, convocato dall’assessore Michele Ottati, su delega dell’assessorato all’Ambiente competente in materia. Tutti i passaggi della filiera dovranno essere organizzati dal gruppo di lavoro che sarà costituito presso i dipartimenti Ambiente e Agricoltura.
Le difficoltà economiche degli operatori agricoli al centro della riunione, ai quali si aggiungono quelli per l’ottenimento degli indennizzi. Evidenziato il disegno di legge, attualmente all’esame della III Commissione consiliare, che mira ad un più efficace ristoro per gli agricoltori e ad un ruolo più attivo dei selecontrollori al fine di far diminuire il numero degli animali.
Nel piano di azione sui danni, quelli causati dai lupi considerati specie protette, con la previsione di misure antirandagismo nei Comuni e di contributi alle aziende zootecniche per la realizzazione di recinti elettrici. Per i cinghiali invece, le cui competenze sono di Province e Atc previste battute di selecontrollo fuori dal calendario venatorio, e nelle aree protette, la predisposizione di chiusini con la veicolazione degli animali dal macello all’opificio.
Nel corso dell’incontro i rappresentanti degli enti Parco hanno evidenziato le criticità di questi anni e hanno fatto il punto sulle azioni risarcitorie, e sullo stato dei bandi per l’attivazione dei chiusini per la cattura degli animali. Più avanti nell’azione del ristoro per gli agricoltori, il Parco del Pollino che ha coperto gli indennizzi fino al 2014. Gli allevatori dal canto loro hanno chiesto un maggiore coinvolgimento da parte degli enti Parco per la gestione delle problematiche.

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