De Filippo a Stato: Regioni contrarie ad accentramento delle competenze energetiche
“L’attuale disegno di legge costituzionale, approvato dal Governo lo scorso ottobre, propone infatti di portare “la produzione, trasporto e distribuzione di interesse non esclusivamente regionale” tra le competenze esclusive dello Stato. Tale nuova formulazione, di cui si rileva innanzitutto la genericità, che non permette di individuare nettamente l’ambito di applicazione di tale modifica, comporterebbe una limitazione dell’intervento regionale nelle decisioni che riguardano gli insediamenti di infrastrutture fortemente impattanti sul territorio. Di conseguenza, se la competenza è esclusiva dello Stato, viene tolta alle Regioni la necessaria forza per tutelare il proprio territorio. In merito al disegno di legge costituzionale attualmente all’esame del Senato, le Regioni hanno espresso un parere negativo”. “In sintesi, non si può non evidenziare i processi decisionali legati alla localizzazione delle infrastrutture energetiche, in particolare nel caso della produzione e dello stocaggio dell’energia, dovranno necessariamente prevedere il coinvolgimento dei territori interessati, che in alcun modo dovranno ritrovarsi nelle condizioni di subire scelte impositive”. “La pessima esperienza sviluppata nel caso del DL 314/2003 con il quale senza un’intesa con la Regione e gli Enti Locali veniva individuato in Scanzano Ionico il sito di ubicazione del deposito unico per le scorie nucleari permette di ritenere questo approccio assolutamente non condivisibile”.
Sono alcuni dei punti contenuti nel documento di osservazioni fatte dalla Conferenza delle Regioni sul documento di strategia energetica nazionale sottoposto dal Governo che riprendono esattamente le posizioni sostenute dalla Regione Basilicata e in alcuni casi ne citano anche le vicende. Le osservazioni delle Regioni sono state consegnate questa mattina nel corso della seduta di Conferenza Unificata in cui il presidente Vito De Filippo ha guidato la delegazione delle Regioni italiane.
“Oltre a porre le questioni con la forza di 20 Regioni di diverso orientamento politico – ha commentato De Filippo – lo abbiamo fatto anche con la ragionevolezza di un organismo di rappresentanza così ampio e non in tutte le sue rappresentanze direttamente interessato a questioni su cui alcuni territori, primo tra tutti la Basilicata, sono in prima linea. E la sintesi di tutte queste posizioni ci porta a giudicare negativamente quelli che al momento paiono ripensamenti del potere centrale in merito al Titolo V della costituzione,con una spinta neocentralista in materia di politiche energetiche che, per il documento del Governo, dovrebbero essere riportate integralmente nella competenza dello Stato escludendo del tutto i territori”.
Nel documento le Regioni spiegano che “la realizzazione di infrastrutture e impianti energetici dovrebbe essere preceduta da forme di ampia e trasparente concertazione preventiva con gli Enti ed i cittadini interessati, allo scopo di semplificare e rendere più rapidi i percorsi autorizzativi. A tal riguardo dovrebbe essere adeguatamente enfatizzata la modalità del ‘dibattito pubblico preventivo’ che si ritiene possa effettivamente comportare benefici in tal senso con il coinvolgimento dei territori nelle scelte che riguardano gli insediamenti energetici e il rafforzamento delle strutture di controllo ambientale sul territorio spesso mortificate da interventi di riduzione della spesa e del personale”.
Nel dettaglio delle questioni inerenti gli idrocarburi, il documento precisa che “non tutte le regioni condividono l’obiettivo di sostenere la produzione locale di idrocarburi tenendo in primo luogo gli aspetti ambientali e le ricadute territoriali che tale tematica comporta nonché la scarsa rilevanza quantitativa, in termini energetici ed economici, di tale prospettato sviluppo. A tale riguardo, si chiede, comunque, di rivedere le misure di compensazione in atto – che contribuiscono ad annullare l’effetto di riduzione dei costi “finali” dei combustibili a favore di finanziamenti diretti al territorio, che consentano di migliorare i servizi, realizzare bonifiche, ecc. – concordandole con i territori interessati. Si esprime particolare dissenso sulla possibilità di procedere alle trivellazioni per l’estrazione di idrocarburi in attesa dell’adozione di un programma nazionale di ampio respiro che abbia anche come obiettivo il recupero del dissesto idrogeologico, questo in considerazione della fragilità del nostro territorio, soprattutto agricolo, messa in evidenza anche dagli ultimi eventi atmosferici”.