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De Filippo contestato a Tramutola

vito de filippoSarebbe facile per noi del Csail-Indignati Lucani affermare, senza possibilità alcuna di smentita, che la contestazione dei giovani di Tramutola al Presidente-sceicco De Filippo era nell’aria da troppo tempo e dunque che l’avevamo preventivamente prevista. Abbiamo messo in guardia – esordisce Filippo Massaro – non solo il Presidente ma tutti i politici che stanno tornando in Val d’Agri per le Primarie e in vista delle elezioni: prima di progetti e programmi futuri, se avete la faccia, parlate di cosa avete fatto per il “popolo del petrolio”. E soprattutto fate autocritica per i tanti anni, le tante occasioni ed opportunità vergognosamente sprecati. Abbiamo anche suggerito un atteggiamento dei politici, vecchi e nuovi, sobrio e soprattutto impostato sull’ascolto della gente e non sul “monologo”, quindi niente comizietti. Prendiamo atto che – aggiunge Massaro – qualcuno, come il vice presidente della Giunta Marcello Pittella, ha fatto tesoro dei nostri consigli, presentandosi in Val d’Agri con l’approccio giusto, sia chiaro nell’interesse della democrazia. Sarebbe infatti un gioco da ragazzi oggi “sparare sulla Croce Rossa”, vale a dire contestare l’operato di otto anni di Governatorato, tirando fuori argomenti e dati incontestabili e non giudizi sommari. Siamo però seriamente preoccupati per la tenuta democratica e la convivenza civile delle nostre comunità e per questo ci adoperiamo, non da oggi, per persuadere i giovani, ma anche tantissimi padri di famiglia che hanno perso il lavoro o che non l’hanno mai conosciuto, a tenere sempre un livello civile di protesta (evitando uova marce e pomodori). Non so allora se questa volta la presenza a Tramutola del Presidente, che somma anche la carica di segretario del maggiore partito di governo sul quale si sommano le maggiori responsabilità, sia stata una “provocazione”. Diamo però pubblicamente atto – continua Filippo Massaro – a lui di essere tornato dopo la contestazione per tentare almeno di spiegare, di illustrare la sua attività fallimentare. Noi pensiamo che faccia bene a farsi da parte e a non farsi vedere in giro in Val d’Agri perché le contestazioni, anche per effetto-emulazione, potrebbero ripetersi. In queste ore – aggiunge Massaro – vogliamo rinnovare l’appello agli indignati della Val d’Agri a tenere nervi saldi e a far prevalere gli strumenti della democrazia, primo fra tutti il voto, partecipando anche alle Primarie per far saltare il gioco delle oligarchie staliniane del Pd che sostengono Piero Lacorazza per spartirsi le postazioni di potere sino al 2020. Proprio così – conclude Filippo Massaro – dietro il Presidente della Provincia, che ha fallito su tutti i fronti nell’iniziativa sul petrolio tenuto conto delle competenze attribuite alla Provincia e non esercitate per incapacità o esercitate nel peggiore dei modi e all’assenza dalla Cabina di Regia di spesa delle royalties, ci sono i capi-corrente che hanno già deciso, col solito sistema antidemocratico e sulla pelle dei cittadini, chi farà l’assessore e chi guiderà gli enti-carrozzoni, chi il parlamentare italiano ed europeo, chi il sottosegretario, ecc. “Intanto i cittadini si ribellano all’infame padrone schiavista”. Un’ultima riflessione: non si mettano anche i sindaci ad alimentare la sfiducia nelle istituzioni. Qualcuno, giustamente, ha ricordato che il Governatore paga anche colpe non sue, come la minaccia di dimissioni dei sindaci ribelli-ballerini della Val d’Agri.

Filippo Massaro – Csail Indignati Lucani

 

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