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De Filippo riceve l’ambasciatore tedesco Gerdts

Si è parlato delle risorse della Basilicata ma anche dei grandi temi nazionali a partire dal federalismo nell’incontro tenutosi questa mattina tra il presidente della Regione, Vito De Filippo, e l’ambasciatore della Repubblica federale tedesca, Michael H.Gerdts. Il diplomatico, per la prima volta in Basilicata, sta compiendo una visita nella regione per conoscere meglio il territorio e le sue caratteristiche, ricordando che tanto nella provincia di Potenza che in quella di Matera operano diverse imprese del suo Paese ed è, inoltre, meta frequentata dai turisti tedeschi. La Germania, ha ricordato De Filippo, ha accolto dagli anni Sessanta in poi ondate di emigrazione dalla Basilicata.

Ma, da allora, il territorio lucano ha subito una grande trasformazione. Dall’insediamento Fiat a Melfi fino allo sfruttamento dei giacimenti di petrolio in Val d’Agri, la Basilicata sta conquistando un ruolo preponderante nel panorama economico italiano. “Con le sue risorse la regione – ha spiegato De Filippo – contribuisce al momento per il 6 per cento all’approvvigionamento energetico del Paese e il suo ruolo è destinato a crescere. Nel dialogo con il governo nazionale la Basilicata si sta giocando la partita dello sviluppo sollecitando interventi infrastrutturali per colmare il gap con il Nord del Paese”. La Basilicata, però, non sta puntando solo sull’energia e sulle politiche di sviluppo del settore (ribadendo, però, la netta contrarietà al nucleare), ma anche sul turismo e sull’agricoltura, che sono punti di forza dell’economia lucana e per i quali la Regione sta mettendo in campo programmi per sostenere i comparti nonostante le difficoltà congiunturali e strutturali. Nell’incontro, infine, il presidente e l’ambasciatore tedesco si sono confrontati sul modello di federalismo che il governo italiano sta costruendo per il Paese e l’esperienza della Germania dopo la caduta del Muro di Berlino.

“In Italia – ha detto ancora De Filippo – il regionalismo convive con forti elementi di centralismo. Siamo preoccupati per il Sud che non ha autonomia fiscale. Un federalismo non solidale lascerebbe definitivamente indietro il Meridione, che, invece, ha bisogno di massicce politiche di coesione per superare definitivamente il divario con il Nord”.

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