De Filippo: “Scelta che non è resa e rilancia la buona politica”
“La mia decisione non la considero né per quanto mi riguarda ne per le forze politiche ne per i consiglieri come un momento di resa”. Ha assicurato la sua volontà di continuare ad operare nella Regione come nella vita pubblica il presidente de Filippo, concludendo il dibattito che ha seguito la sua comunicazione in Consiglio Regionale.
“Nella vita pubblica ognuno è chiamato ad assumere degli atti considerando gli effetti delle sue decisioni – ha detto – e io – ha spiegato – non considero quella decisione una resa incondizionata rispetto a una stagione che ha visto la mia primaria responsabilità. Anzi questa scelta netta e perentoria la considero una scelta che può essere utile a rimettere in moto la polita e la Regione con altri e nuovi protagonisti, sapendo che nella vita pubblica ciascuno è chiamato ad assolvere a un turno”. Ha parlato delle attestazioni venute dai presidenti di altre Regioni di ogni schieramento che, ha detto “hanno insistito tenacemente affinché io rivedessi questa mia decisione proprio perché c’erano impegni nazionali che mi erano stati a questo colleghi affidati”. Ha confidato come anche i rappresentanti nazionali del suo partito abbiano appreso delle dimissioni dopo che già erano state protocollate, “anche il presidente del Consiglio – ha detto – ne ha avuto notizia dopo 5 ore, senza possibilità di suggerire o consigliare. Perchè in alcuni momenti bisogna saper rinunciare a tutti i palcoscenici senza calcoli e strategie.
De Filippo ha poi ripreso i passaggi di alcuni interventi. Così ha invitato a ripercorrere “il dibattito di questi mesi nella maggioranza, anche nelle sue incompletezze” con la “funzione decisoria affidata dalla legislazione al presidente della Regione che ha rischiato di essere inceppata da una serie di funzioni che sono in capo al Consiglio e ai consiglieri. Ma c’è una prerogativa che è sicuramente in capo al presidente della Regine – ha osservato De Filippo – e cioè quella di rendersi conto dei rischi di un’inagibilità almeno nel ritmo e nella speditezza che si era ripromesso di imprimere all’azione di governo, e, in conseguenza, scegliere di fare ciò che io ho fatto”.
E ritornando alla necessità di “depurare” il dibattito politico evidenziata nel discorso che ha aperto il dibattito, ha sostenuto che “c’è molto da depurare anche in giudizi sentiti questa sera, nei pulpiti allestiti in questi anni anche da pezzi della maggioranza. Qui – ha detto con forza – non c’è stato alcun assoggettamento a vincoli di grandi lobby, ma anche un esempio nitido come quello della moratoria, come ho richiamato nella mia comunicazione, qualcuno ha provato a spiegarlo con logiche distorte sul territorio, ma fino ad oggi quell’atto ha determinato esattamente gli effetti che io ho annunciato”. E De Filippo ha anche stigmatizzato le varie interpretazioni nel tempo date ai suoi richiami a una maggiore coesione. “Chi ha rappresentato le proprie amarezze oggi non ha rappresentato le amarezze che io avevo prospettato in questi anni e che erano state viste come, minacce, strategie, in una logica che non mi appartiene. È anche rispetto alla logica delle interpretazioni fatte su ogni mio singolo atto da parte mie non c’è una resa”.
Il presidente, comunque, si è detto fiducioso, sia sotto il profilo politico che sotto quello amministrativo. “Io non ho paura della gente – ha detto, penso che sappia discernere molto bene il grano dal loglio. Arriva anche più a fondo di quanto noi sappiamo percepire. Sono arrivato qui in un momento delicato nel nostro Paese, in cui crollavano partiti che avevano condizionato la vita del nostro Paese, e in questi anni ho potuto apprezzare quello che la percezione della comunità riesce a valutare in modo più profondo rispetto alla nostra azione pubblica”. E anche su questo l’invito a continuare a lavorare e la rassicurazione che margini di azione amministrativa ne esistono. “Io penso che abbiamo tempo per chiude questa legislatura con dignità e con onore. Chi vive la vita pubblica sa bene che quando si vogliono mettere azioni in favore della comunità si posso avere risultati sorprendenti anche in termini cronologici. Col Presidente del Consiglio abbiamo un lavoro da fare anche con altri organi di controllo per vedere come affrontare questi mesi che si separano dalle elezioni, in attesa che il Parlamento nazionale decida quando torneremo al voto. Ma penso che ciò che dobbiamo evitare e che le norme ci chiedono di evitare sono solo quei provvedimenti che definirei ‘tossici’ che si sono visti da altre parti nella fine delle consiliature, dove hanno provato a risolvere questioni di articolazione elettorali per compete meglio”.
Sul lavoro che va avanti il presidente ha insistito più volte. “Io penso di poter ancora esprimere un impegno, e la mia scelta non è stata una potatura di persone, ma di una fase, per produrre qualcosa di utile per la buona e la bella politica che – ha concluso – ancora si potrà fare in questa regione”.