Decreto dignità, Blanca (Fisascat Cisl): “Senza incentivi si rischia di aumentare la precarietà”
“Il decreto dignità senza incentivi per la stabilizzazione rischia di innescare nella nostra regione un turn over selvaggio nel settore dei servizi”. È quanto sostiene la segretaria generale della Fisascat Cisl Basilicata, Aurora Blanca. Il tema è stato al centro di un recente incontro promosso dalla Fisascat nazionale nel corso del quale sono emerse le principali criticità del decreto che ha modificato parti sostanziali della normativa in materia di mercato del lavoro. Sotto osservazione, in particolare, la stretta ai contratti a tempo determinato e in somministrazione che, secondo il sindacato, potrebbe generare “effetti controversi”.
A rischiare di più, secondo la segretaria della Fisascat, “sono i lavoratori a bassa qualificazione perché i più sostituibili, in particolar modo lì dove le esigenze delle stazioni appaltanti hanno dato luogo ad assunzioni di somministrati e tempi determinati. In uno scenario legato all’incertezza dei committenti, le aziende preferiscono sostenere costi i legati alla formazione ex novo e sostituire i lavoratori presenti onde evitare di specificare le causali. Un esito paradossale ma prevedibile – osserva la sindacalista – in ragione del fatto che gli incentivi per la trasformazione dei contratti a tempo determinato o in somministrazione in contratti a tempo indeterminato sono al momento solo un’ipotesi”.
Ma è sul capitolo dei voucher che si appuntano le maggiori critiche del sindacato. “Il decreto con una mano toglie alle imprese e con l’altra dà. La possibilità di ricorrere ai voucher anche nel settore turistico, dove già esistono meccanismi contrattuali di flessibilità per la gestione della stagionalità, è assolutamente negativa e rischia di alimentare le irregolarità contrattuali in un settore già esposto come ha dimostrato la recente operazione condotta dall’ispettorato territoriale del lavoro. Così, un decreto nato con la buona intenzione di contrastare il lavoro precario rischia con i voucher di alimentare nuove e più gravi forme di precarietà e con la stretta al tempo determinato di trasformare i precari in disoccupati, con un ulteriore aggravio di costi per la finanza pubblica per via del maggiore ricorso agli ammortizzatori sociali”, conclude la segretaria della Fisascat Cisl.
A rischiare di più, secondo la segretaria della Fisascat, “sono i lavoratori a bassa qualificazione perché i più sostituibili, in particolar modo lì dove le esigenze delle stazioni appaltanti hanno dato luogo ad assunzioni di somministrati e tempi determinati. In uno scenario legato all’incertezza dei committenti, le aziende preferiscono sostenere costi i legati alla formazione ex novo e sostituire i lavoratori presenti onde evitare di specificare le causali. Un esito paradossale ma prevedibile – osserva la sindacalista – in ragione del fatto che gli incentivi per la trasformazione dei contratti a tempo determinato o in somministrazione in contratti a tempo indeterminato sono al momento solo un’ipotesi”.
Ma è sul capitolo dei voucher che si appuntano le maggiori critiche del sindacato. “Il decreto con una mano toglie alle imprese e con l’altra dà. La possibilità di ricorrere ai voucher anche nel settore turistico, dove già esistono meccanismi contrattuali di flessibilità per la gestione della stagionalità, è assolutamente negativa e rischia di alimentare le irregolarità contrattuali in un settore già esposto come ha dimostrato la recente operazione condotta dall’ispettorato territoriale del lavoro. Così, un decreto nato con la buona intenzione di contrastare il lavoro precario rischia con i voucher di alimentare nuove e più gravi forme di precarietà e con la stretta al tempo determinato di trasformare i precari in disoccupati, con un ulteriore aggravio di costi per la finanza pubblica per via del maggiore ricorso agli ammortizzatori sociali”, conclude la segretaria della Fisascat Cisl.