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Dichiarazione Romaniello (SEL) su PDL Aurelio Pace

Mi permetta il mio amico Roselli (Fismic): veramente questa volta ha perso una occasione per stare zitto.

Comprendo che c’è una gran voglia di apparire, ma c’è modo ed argomenti per farlo e, un sindacalista, se tale è in questa fase cosi difficile e complessa per il mondo del lavoro, a partire dalle tante lavoratrici della Fiat che sono le più penalizzate sul lavoro e nella società per la loro condizione di madre/operaie; dovrebbe mettere in campo iniziative e proposte tendenti a costruire dialogo per rimettere al centro il lavoro, i diritti delle donne piuttosto che fare il tifoso e attaccare altre organizzazioni sindacali. Mi domando, quante e quali contenuti questo sindacato ha avanzato a sostegno delle donne. Ad esempio, ci dica quante commissioni pari opportunità ha fatto in SATA, finalizzate a conciliare il lavoro con quelle di madre di tante lavoratrici della Sata.

Detto ciò, credo che tanti uomini, prima di parlare della donna, dovrebbero ascoltarle. Non ne parliamo poi quando si tratta di una questione così delicata e particolare come l’aborto.

Io non intendo accentuare, ne cadere nella trappola dello scontro personale ed ideologico. Ho reso pubblico il testo, dopo aver chiesto a Pace in commissione di rinviare la discussione trattandosi di una materia “sensibile” considerato tra l’altro la totale assenza della rappresentanza di genere nel Consiglio.

Ricordo ai tanti che sono intervenuti, a partire da quelli che hanno cercato di addolcire i toni, o peggio ancora di riportare sulla questione economica la discussione, che la relazione e l’articolato offende le donne come persone e mina alla base il ruolo e la funzione dei consultori.

La proposta è un attacco alla legge 194, una legge giusta, equilibrata e frutto di un lungo confronto nella società, fra le donne e fra le forze politiche.

Cosa c’entra un’associazione di privati cittadini, animati(armati?) di un ideologismo che fa paura, con il dramma di una donna costretta a fare una scelta, dolorosa, dopo un percorso nel consultorio, così come previsto dalla legge.

Nulla ha a che vedere la proposta di Pace con il sostegno alla natalità tenuto conto che si parla di erogare un contributo tra l’altro irrisorio alla donna che rinuncia ad abortire.

Se si vuole affrontare il tema della riduzione delle nascite ed il sostegno alla maternità, bisognerebbe farlo nel solco di una politica sul lavoro, servizi, welfare, così come hanno ampiamente evidenziato le diverse associazioni di donne e con atti e provvedimenti nel solco delle esperienze più avanzate esistenti in Europa.

Allo stato attuale, considerato che vi è stata superficialità e forse anche un approccio più legato alla voglia di fare di alcuni consiglieri, senza soffermarsi sulla portata politica della proposta : attacco al ruolo dei consultori, e offensivo del ruolo di madre nonché tentativo di legittimare il ruolo di associazioni di cittadini/e portatrici di interessi e valori forse pur legittimi ma non universali.

Ritengo che su tematiche così “sensibili” il punto principe è quello di garantire ad ogni singola persona di poter scegliere in piena autonomia. Pertanto, bene hanno fatto il Presidente Pitella ed il capogruppo del PD dopo le prese di posizioni del vasto mondo delle donne ad intervenire chiedendo un approfondimento evitando crociate e scontri ideologici.

Bene farebbe qualcuno del centro sinistra che ha firmato a tener conto di queste posizioni. Infine, mi auguro che il Presidente della IV commissione sospenda l’iter di discussione della legge, condividendo con l’intera commissione un percorso di audizione sul tema più generale e qualificante del sostegno alla natalità.

Giannino Romaniello – Consigliere regionale SEL

 

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