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Disagi ferroviari, l’assessore Giannini rassicura l’utenza pugliese

“Non c’è stata nessuna improvvisazione per risolvere i disagi che hanno colpito i pendolari pugliesi dal 22 luglio scorso, giorno in cui è entrato in vigore l’orario estivo. Al contrario la situazione è stata monitorata sin dal primo momento e sono state attivate soluzioni immediate per risolvere i disagi sulle linee e sulle corse che hanno fatto riscontrare le maggiori problematiche.
Nessuna toppa è stata messa, al contrario, ci si è resi subito conto che l’aumento delle carrozze non era risolutivo e che necessitavano nuovi treni. Perciò si è concordata con Trenitalia ed RFI una soluzione più incisiva che doveva tenere comunque conto delle tracce libere di RFI. Per pubblicizzare queste decisioni, prese nel giro di poche ore, si è cercato di attivare tutti i canali di comunicazione immediata che avevamo a disposizione, tra cui Facebook grazie al comitato dei pendolari, la stampa on line e Trenitalia, che ha assicurato la comunicazione nelle stazioni.
Non si può quindi dire che il 22 luglio, improvvisamente, i pendolari hanno visto sparire le corse che li interessavano, in quanto sono mesi che Trenitalia pubblicizza il cambio orario estivo. Un cambio di orario con contrazione di corse che, come già è stato spiegato, viene effettuato da sempre, perché previsto dal contratto di servizio sulla base di statistiche secondo le quali, chiuse le scuole e in periodo estivo, l’utenza si riduce.   Abbiamo invece assistito a un flusso di utenti più alto di quello che ci si aspettava: il disagio è stato probabilmente creato dal fatto che molta più gente usa il treno e vuole continuare ad usarlo.
La Società e la Regione monitorano costantemente flussi e frequentazioni, e sono questi i dati che aiutano a programmare un intero anno di orari e offerte, che funziona, visto che i disagi che hanno riguardato la generalità dei pendolari sono stati limitati ad un periodo brevissimo rispetto ad un intero anno. Tutti i problemi sono stati affrontati prontamente in sinergia tra Regione, RFI, Trenitalia e comitato dei pendolari.
Perché prevalga la verità sono opportune alcune precisazioni. Le corse e le tratte su cui si è intervenuti sono quelle su cui sono stati registrati il maggior numero di disagi e le problematiche più serie. Non si possono accontentare tutte le richieste personali, e comunque nessun territorio è stato penalizzato.
Si deve a questo proposito chiarire che dal 25 luglio al 10 agosto tra le ore 6 e le ore 8:40 sono previsti tre treni regionali da Foggia a Bari Centrale, a cui si aggiungono due treni in partenza da Barletta a rinforzo, per evitare la congestione dovuto a un maggior afflusso di utenza proprio a Barletta e Molfetta. Da Lecce per Bari Centrale i treni regionali dalle ore 6 alle ore 8:40 sono quattro con un rinforzo in partenza da Mola di Bari.
Non sembra, quindi, esserci nessuna disparità di trattamento in un servizio di treni regionali regolamentato da un contratto apposito, che nulla ha a che fare con i servizi a mercato delle lunghe percorrenze e con i servizi IC regolamentati da contratto nazionale.
I cinque treni in più che nella sopra indicata fascia oraria partono da Lecce per Bari Centrale sono Frecce e Intercity su cui la Regione non ha alcun potere, e non sono treni usati prevalentemente dai pendolari. Il servizio di trasporto pubblico locale è nettamente distinto dal servizio a mercato.
Ed è alquanto scorretto associare i disagi vissuti dai pendolari alle esigenze dei turisti, perché si tratta di fasce orarie, mete, servizi e giorni della settimana differenti. Per i turisti la Regione Puglia ha previsto quest’anno una nuova e diversa programmazione, con uno sforzo economico che non si può non riconoscere, ad es. potenziando i treni nel fine settimana. Risulta difficile pensare a frotte di turisti che prendono un treno regionale alle sei di mattina per andare al mare.
Le stucchevoli polemiche propagandistiche, finalizzate solo a creare visibilità per i promotori, non possono trovare spazio quando si discute di questioni importanti come la mobilità; ancor di più se sono fondate sulla ignoranza del sistema di trasporto pubblico locale, della sua organizzazione e dei vincoli di finanza pubblica o, peggio, su notizie e informazioni facilmente confutabili dall’esame corretto dei dati. Spero che quanto sopra affermato possa contribuire a chiarire la vicenda”.

 

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