Disordini nel Centro di Identificazione ed Espulsione di Brindisi
Dopo i disordini avvenuti tra le 22 di venerdì e l’una del mattino di sabato, il Centro di Identificazione ed Espulsione di Restinco in provincia di Brindisi rischia la chiusura. Gli incidenti hanno portato alla distruzione totale delle camerate e dei servizi, causata dall’incendio appiccato da un gruppo di tunisini – non c’entrano con gli immigrati di Lampedusa – che si erano procurati accendini e liquido infiammabile.
La polizia e i militari in servizio sono riusciti a fare entrare e proteggere il lavoro dei vigili del fuoco, ma alla fine il bilancio dei danni è grave. Ieri mattina una commissione della Prefettura ha effettuato un sopralluogo a Restinco per una valutazione sul campo della situazione per poter perciò prendere una decisione. La possibilità che gli ospiti attuali del Cie vengano trasferiti altrove è alta, poiché attualmente tutti si trovano provvisoriamente alloggiati nel capannone della mensa, ma si tratta ovviamente di una soluzione di ripiego e molto temporanea.
Alla rivolta della notte non hanno partecipato, sembra, i marocchini presenti nel Cie, non associandosi quindi all’iniziativa assunta dai tunisini. Il bilancio dei fatti per fortuna non conta alcun ferito né tra gli ospiti, né tra le forze dell’ordine. Solo danni materiali piuttosto gravi che richiederebbe, in caso di decisione di ripristino del Cie, un notevole investimento.