CronacaPuglia

Disposte sette condanne ad affiliati al clan Capriati per aver truffato una società del porto di Bari

Estorsioni a commercianti, falso e truffa ai danni della società Ariete che gestiva i servizi nel porto di Bari. Sono le accuse nei confronti di sette affiliati al clan Capriati, attivo nel capoluogo pugliese, condannati dal Tribunale della città a pene tra i 7 anni e i 13 mesi di reclusione. Assolti invece altri due imputati.

I giudici hanno condannato Sabino Capriati, figlio del boss Filippo, a 13 mesi e al pagamento di una multa di 500 euro per truffa. I motivi della condanna sarebbero legati al fatto che più volte, senza motivi, Capriati si sarebbe assentato dal posto di lavoro. Dalle indagini svolte dalla Polizia è emerso che il clan aveva assunto il controllo del servizio di assistenza e viabilità nel porto di Bari, contando anche sull’appoggio di alcuni dipendenti, tra cui un ex funzionario dell’Agenzia delle Entrate, condannato a un anno e 10 mesi di reclusione, accusato di truffa per aver prospettato una verifica fiscale a un imprenditore se non avesse pagato 50 mila euro al clan. 

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