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Don Uva, De Rosa (Ugl): ”Ente d’eccellenza abbandonato a se stesso”

“Quello che fino a poco tempo fa sembrava un dubbio, sta diventando una certezza: il Don Uva è stato abbandonato a se stesso. Ora sperare in una svolta per dipendenti e pazienti sta diventando pura utopia, perché dalle vicende giudiziarie che l’hanno travolto non resta che aspettarsi il peggio”. E’ quanto dichiara il segretario regionale dell’Ugl Basilicata Sanità, Michele De Rosa per il quale, “la Regione che poteva dare una svolta positiva sul destino dell’Ente, si è totalmente defilata e nonostante le promesse e gli impegni presi, ha solamente illuso/deluso tutti i lavoratori. Le varie richieste fatte all’Assessore alla Sanità Franconi, del tutto assente per quanto riguarda queste problematiche e, al Presidente Pittella che, ha ben altri interessi, non hanno ricevuto nessuna risposta: con immensi sacrifici nella struttura ci si dedica alla cura, all’assistenza, alla riabilitazione, alla risocializzazione, alla difesa ed alla sorveglianza delle persone nelle quali è presente una compromissione delle facoltà intellettive superiori, in special modo verso i neuropatici, i minorati psichici e anche i lungo degenti ma, di quello che un tempo era un centro di eccellenza della Sanità lucana, ne è rimasta una gravosa zavorra con un debito di oltre 500Milioni di euro. Va sottolineato infine che a niente è servita la segnalazione fatta dalla Dirigenza Medica che in una relazione tecnica inviata ai vari uffici ed Organi Regionali oltre che all’ASP ed al Commissario dell’Ente, evidenziava le difficoltà assistenziali dalla cronica carenza di personale, dove neppure l’ipotetica turnazione che l’Ente intende adottare dal prossimo mese di gennaio, servirà a ristabilire i livelli minimi assistenziali. Il Don Uva – conclude De Rosa – per l’Ugl è ormai un problema grosso che tutti evitano e scaricano. Occorre però ricordare un particolare: la Casa Divina Provvidenza Don Uva di Potenza, si caratterizza ancora oggi grazie al personale medico e paramedico per la varietà di servizi, di strutture e di spazi riabilitativi, socializzanti, lavorativi, lu¬dici, sportivi, ricreativi ed offre più l’immagine di una piccola città, anziché di un’Istituzione: il Presidente Pittella comprenda bene che non stiamo parlando di una fabbrica ma di un centro di riabilitazione che da assistenza a persone particolari”.

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