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Dopo 23 anni, chiude il Club Med a Marina di Pisticci

.Un fulmine a ciel sereno, si abbatte sull’offerta turistica lucana.Entro la fine di ottobre,  il primo villaggio turistico della costa jonica lucana Marina di costruito a metà anni ’80 a San Basilio, chiude i battenti .Il gestore, un noto gruppo vacanze internazionale, ha infatti cambiato strategia commerciale e da un po’ di tempo punta su strutture almeno a 4 stelle, mentre quella di Pisticci ha standard pari a 3 stelle.
Servirebbe, pertanto, un investimento consistente (si parla di diversi milioni di euro) per ottenere un adeguamento del complesso così da poterlo elevare a 4 stelle facendolo rimanere appetibile per Club Med. Nelle pieghe di questa vicenda si sarebbe capito che il Club non ha chiuso per una scelta strategica e se avesse a disposizione una struttura rinnovata potrebbe rinnovare l’interesse a restare.
Ma in questa direzione i due partner della società proprietaria del villaggio sembra abbiano visioni differenti.
Il Club Med di Pisticci era in funzione dal 1987 con il marchio Club Med Metaponto, quando entrò nella gestione del villaggio turistico inaugurato due anni prima.
La proprietà del complesso, assieme a quella del terreno adiacente, appartiene alla S.T.M.  (Sviluppo Turistico per Metaponto) SpA, le cui quote sono detenute per il 60% da Italia Turismo Spa, una partecipata del Ministero del Tesoro, e per il 40% da Club Mediteranee Sa. In pratica lo stesso Club è proprietario di minoranza del villaggio che gestisce a marina di Pisticci.
Le divergenze di vedute sarebbe dunque interne ad S.T.M., con il socio minoritario, lo stesso Club Med, che avrebbe provato a spiegare le ragioni per cui è necessario intervenire sulla struttura, mettendo mano al portafoglio e lasciando così intendere una implicita manifestazione di interesse a rimanere a Pisticci. La prospettiva, tuttavia, non avrebbe trovato sponda nelle intenzioni del partner di maggioranza, rappresentato da Italia Turismo.
Sembra, in ogni caso, che la S.T.M. stia provando a sondare il campo alla ricerca di altri soggetti interessati a gestire il villaggio nella situazione in cui si trova adesso o comunque in seguito a miglioramenti meno costosi che tuttavia non sarebbero sufficienti per trattenere il Club Med.
Ma se non si troverà un’alternativa il territorio rischia di perdere un riferimento storico per la locale industria del turismo. Ogni anno il Club Med ha dato lavoro a circa 150 stagionali, potendo vantare una ricettività per 1300 posti letto. Si apre un futuro di incertezza, inoltre, per i quattro impiegati fissi della struttura che dal 31 ottobre sarebbero senza lavoro.
“Il rischio di fronte alla prospettiva annunciata – commenta Giuseppe Camardo, segretario regionale della Cisl di Basilicata – è che in questo territorio le cattedrali nel deserto non restino  soltanto in Val Basento. Il Club Med dava lavoro a 150 persone durante la stagione estiva e con la cessazione della sua attività il nostro territorio vede aumentare ulteriormente la perdita di opportunità occupazionali. Sarebbe comunque interessante comprendere bene le ragioni che hanno portato il Club Med a questa decisione. Se la struttura non risponde agli standard richiesti vi è anche da capire per quali investitori adesso può risultare appetibile. La domanda che richiede una risposta, comunque, è ovvia: se il complesso venisse adeguato, il Club Med avrebbe interesse a rimanere? In caso affermativo credo e spero ci siano ancora margini per non considerare chiusa la partita”.

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