CronacaPuglia

Due condanne a Bari per violenza privata e violenza sessuale

Avrebbe segregato in casa l’ex fidanzata per 5 mesi, costringendola a subire rapporti sessuali. Per i reati di violenza privata, così riqualificata rispetto all’originaria contestazione di sequestro di persona, e violenza sessuale, il Tribunale di Bari ha condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione un 37enne di Cassano delle Murge (Bari). Condanna ad 1 anno (pena sospesa) per la compagna dell’imputato, che lo avrebbe aiutato ad evitare che la 23enne fuggisse.
I due imputati, ora, sono liberi; per la donna, infatti, è stata disposta l’immediata revoca della misura cautelare, e pochi giorni fa i giudici hanno accolto l’istanza presentata da Filippo Castellaneta, avvocato dell’imputato, concedendogli la misura alternativa del divieto di dimora nel comune di residenza della vittima.
I fatti contestati fanno riferimento al periodo compreso tra settembre 2013 e febbraio 2014. Stando all’ipotesi accusatoria, l’uomo, “non accettando la fine della loro relazione sentimentale, dopo aver fatto salire la ragazza a bordo di un’auto, invece di riaccompagnarla a casa di lei, la conduceva presso la propria abitazione, impedendole per mesi di uscire, serrando la porta di ingresso e privandola del telefono cellulare”. Nel corso del processo, però, la stessa vittima ha dichiarato di essere stata innamorata di quell’uomo e di essere inizialmente rimasta a casa sua volontariamente. “Mi costringeva ad avere rapporti sessuali mentre piangevo – ha dichiarato la donna agli investigatori – mi trattava come un pupazzo”. La donna sarebbe riuscita a liberarsi dai suoi presunti aguzzini grazie all’aiuto di un medico, durante un ricovero in ospedale. Dopo la denuncia sono iniziate le indagini dei carabinieri, coordinate dal pm della Procura di Bari, Fabio Buquicchio.

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