Edilizia, appello dei sindacati per salvare il settore
“Se non ripartono subito i cantieri, tra qualche mese saremo costretti a convocare un’altra conferenza stampa per comunicare la fine del settore edile nella nostra regione”. È un appello accorato quello lanciato dai segretari di Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil stamane nel corso della conferenza stampa di presentazione della giornata di mobilitazione per il settore delle costruzioni che si terrà a Genzano di Lucania il 7 giugno alle ore 17. Michele La Torre (Filca), Angelo Vaccaro e Enzo Iacovino (Fillea) e Domenico Palma (Feneal) hanno illustrato ai giornalisti la piattaforma di proposte per rilanciare gli investimenti e l’occupazione nelle costruzioni, settore alle prese da troppo tempo con una crisi che rischia di metterne a repentaglio la stessa sopravvivenza.
I numeri forniti dai sindacati nel corso della conferenza sono del resto eloquenti: 30 per cento in meno della produzione, 20 per cento in meno del fatturato, 40 per cento in meno degli investimenti pubblici e la caduta verticale dell’occupazione con quasi 10 mila posti di lavoro persi in Basilicata. I motivi – hanno spiegato i dirigenti di Filca, Fillea e Feneal – sono tutti da ricercare nella crisi finanziaria mondiale che dal 2008 ad oggi è diventata produttiva e del lavoro, colpendo l’intera economia e in maniera particolarmente dura il nostro settore”.
Per i sindacati “serve un’inversione di tendenza che non c’è, e se continuerà a non esserci quello che ci attende sarà un ulteriore caduta dell’occupazione”. Riformare e rendere più efficienti le pubbliche amministrazioni e attivare le stazioni uniche appaltanti sono alcune delle misure urgenti chieste dai sindacati, ma soprattutto bisogna rimettere in moto le opere incompiute. Va in questa direzione la scelta di Genzano per la giornata di mobilitazione del 7 giugno, un luogo scelto non a caso in quanto area interessata da una delle più note opere incompiute della regione, ovvero lo schema idrico Basento-Bradano. “L’opera, progettata 34 anni fa, non è mai stata completata – hanno denunciato i sindacati – eppure si tratta di un’infrastruttura pubblica di rilevante importanza, sia per l’area interessata, sia per lo sviluppo di un pezzo di economia importante legato all’utilizzo delle risorse idriche e all’agricoltura”.
Filca, Fillea e Feneal hanno le idee chiare anche sulle risorse, “da recuperare attraverso lo sblocco del patto di stabilità e rendendo immediatamente spendibili i fondi stanziati Cipe, Fas e Fesr. La Basilicata deve ritrovare la via della crescita e della modernizzazione, utilizzando in maniera diversa le risorse naturali di cui dispone e ridefinendo con i grandi gruppi, come Total, Eni ecc., la possibilità di creare maggiori opportunità occupazionali per i lucani e, in particolare, per i giovani. Non possiamo più permetterci di perdere tempo. Chiediamo alla Regione, all’ente irrigazione e al consorzio di bonifica Vulture-Alto Bradano di cantierizzare le opere al più presto”.