Edilizia, Filca Cisl: “Meno burocrazia e contenziosi per rilanciare il settore”
La Filca Cisl Basilicata ha riunito stamane a Potenza il consiglio generale alla presenza del leader nazionale Franco Turri. Occhi puntati sulla perdurante condizione di crisi del settore delle costruzioni in Basilicata, comparto che dal 2008 ad oggi – come ha osservato nelle scorse settimane la Svimez – ha lasciato sul terreno 3 mila posti di lavoro e quasi 130 milioni di valore aggiunto. A pesare è soprattutto l’andamento negativo nel settore delle opere pubbliche, ha rimarcato aprendo i lavori del consiglio il segretario regionale Michele La Torre. Basti pensare che dopo il crollo registrato nel 2017, anche nel primo semestre 2018, secondo l’ufficio studi della Banca d’Italia, il valore dei bandi pubblici si è ridotto di un ulteriore 7,2 per cento.
Si appaltano meno lavori pubblici, insomma, è questo fa temere al sindacato un ulteriore peggioramento dei fatturati e dei livelli occupazionali nei prossimi mesi. Sul banco degli accusati finiscono la burocrazia che non riesce a spendere velocemente le risorse stanziate e a far partire i cantieri con la necessaria celerità e l’incertezza del quadro normativo determinata anche dalla volontà del governo di rivedere il codice degli appalti senza un preventivo confronto con le parti sociali e le autonomie locali. Il rischio, secondo Franco Turri, è che il ricorso generalizzato alla trattativa privata per i lavori fino a 2,5 milioni di euro, ovvero per il 90 per cento degli appalti pubblici, possa aprire la strada a fenomeni di malaffare e cattiva gestione.
Meglio sarebbe, secondo il sindacato, affrontare i due nodi strutturali degli appalti pubblici: ridurre il numero delle stazioni appaltanti e i troppi contenziosi che paralizzano i cantieri. Per il sindacato dei lavoratori edili della Cisl necessari, infine, maggiori investimenti anche sul capitolo del dissesto idrogeologico, sulla messa in sicurezza del patrimonio abitativo e sul risparmio energetico.
Si appaltano meno lavori pubblici, insomma, è questo fa temere al sindacato un ulteriore peggioramento dei fatturati e dei livelli occupazionali nei prossimi mesi. Sul banco degli accusati finiscono la burocrazia che non riesce a spendere velocemente le risorse stanziate e a far partire i cantieri con la necessaria celerità e l’incertezza del quadro normativo determinata anche dalla volontà del governo di rivedere il codice degli appalti senza un preventivo confronto con le parti sociali e le autonomie locali. Il rischio, secondo Franco Turri, è che il ricorso generalizzato alla trattativa privata per i lavori fino a 2,5 milioni di euro, ovvero per il 90 per cento degli appalti pubblici, possa aprire la strada a fenomeni di malaffare e cattiva gestione.
Meglio sarebbe, secondo il sindacato, affrontare i due nodi strutturali degli appalti pubblici: ridurre il numero delle stazioni appaltanti e i troppi contenziosi che paralizzano i cantieri. Per il sindacato dei lavoratori edili della Cisl necessari, infine, maggiori investimenti anche sul capitolo del dissesto idrogeologico, sulla messa in sicurezza del patrimonio abitativo e sul risparmio energetico.