Eds e Car, lavoratori illusi e abbandonati a se stessi
“Sulla ricollocazione dei lavoratori ex Consorzio agrario regionale ed ex Eds abbiamo registrato solo fatue promesse”. Lo sostiene la Cisl Basilicata che invita il presidente della giunta regionale Vito De Filippo ad intervenire personalmente “per fare chiarezza sulla gestione delle due vertenze”. “Dopo tante promesse restano da ricollocare ancora dieci lavoratori ex Car. Per loro si erano ipotizzate due soluzioni: il reimpiego nel Cup e nell’Urp della Regione Basilicata, una volta esaurita la priorità dei lavoratori ex Eds, e una fantomatica iniziativa per la quale l’assessore Mastrosimone chiese e ottenne i curriculum dei lavoratori, salvo scorprire durante l’ultimo incontro con il direttore generale Nardozza che di questo impegno non c’è alcuna traccia nei cassetti del dipartimento”.
“Non dissimile – denuncia la Cisl lucana – è la vicenda dei 14 lavodratori ex Eds ancora da ricollocare. Ad alcuni di loro è stata proposta un’opportunità di lavoro part-time a condizioni oggettivamente proibitive: distanza casa-lavoro tra andata e ritorno variabile tra 150 e 250 chilometri e una paga netta di appena 650 euro. Opportunità, se così si può definire, cui i lavoratori sono stati costretti in gran parte a rinunciare. A questo proposito sono palesi le responsabilità della Regione e degli uffici competenti che a nostro parere hanno gestito questa vicenda con molta disinvoltura, ci auguriamo non in malafede. Per questo invitiamo il presidente De Filippo ad intervenire personalmente per fare chiarezza sui fatti accaduti e sulle aspettative tradite”.
“Entrambe le vicende – sostiene la Cisl Basilicata – sono nate male e finite peggio e faremo in modo che sui contorni delle due vertenze non cali il silenzio. La ricollocazione dei lavoratori presso Cup e Urp nel suo insieme ha evidenziato un serio problema di trasparenza che ora va chiarito da parte della Regione e dell’azienda che gestisce i servizi. La Cisl Basilicata non consentirà che si continui a mortificare la dignità dei lavoratori e a calpestare gli impegni assunti”.