Effettuato specifico monitoraggio sulla coppia di capovaccai liberati nelle scorse ore in Basilicata
Nell’ambito della recente operazione di liberazione di giovani capovaccai messa in atto nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano è stato svolto anche uno specifico monitoraggio della coppia di capovaccai presente nell’area da parte dei soci del Cerm Matteo Visceglia e Mariangela Francione, i quali hanno controllato ripetutamente i siti più utilizzati della coppia per la difesa territoriale e la nidificazione. E’ quanto si legge in una nota dell’associazione di volontariato Cerm.
“Dopo aver confermato la presenza di due adulti, verosimilmente i due membri della coppia osservata già in diverse occasioni nei mesi precedenti, un sopralluogo successivo, effettuato lo scorso 8 agosto, ha permesso di accertare anche l’involo di due giovani.
Il monitoraggio è stato sempre effettuato a distanza di oltre 1 Km con potenti strumenti ottici allo scopo di non arrecare alcun disturbo e nell’occasione sono stati raccolti alcuni documenti video e fotografici al solo scopo scientifico e documentativo.
Un’importante notizia, dunque, per questa specie sull’orlo dell’estinzione e per il fatto che i capovaccai presenti potrebbero fare da guida ed essere di riferimento per i giovani liberati sia per la ricerca di cibo nelle aree circostanti il sito di rilascio sia per l’eventuale percorso migratorio verso i quartieri di svernamento africani.
I due soci Cerm, esperti della specie, sono impegnati da molti anni per la salvaguardia del capovaccaio in Basilicata. Il monitoraggio viene infatti effettuato sistematicamente da circa 30 anni, mantenendo sempre il massimo riserbo, e viene spesso associato ad interventi concreti di supporto alimentare, sorveglianza, raccolta di informazioni utili allo studio del comportamento degli individui e delle interazioni con l’habitat e le attività umane.
Il successo riproduttivo di quest’anno rappresenta, dunque, ancora una speranza per il futuro, sempre più incerto, di questa specie nel nostro Paese, considerato che le uniche due coppie ancora regolarmente nidificanti nell’intera Italia peninsulare sono proprio quelle lucane. E’ necessario – conclude la stessa associazione – che istituzioni ed enti parco siano attenti a far sì che il concetto di tutela della biodiversità e della natura si traduca in azioni tangibili e concrete, che facciano da contrappeso alla consolidata tendenza a voler rendere tutte le aree protette solo luoghi a servizio dello svago e del divertimento umano e non, come invece dovrebbe essere, un’opportunità necessaria ed irrinunciabile di conservare quanto di più prezioso e irripetibile la natura ci offre”.