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Elezioni Lecce, Gabellone (DIT) fa chiarezza sul percorso politico all’interno del centrodestra

Perdere non è piacevole, ma è ancora meno piacevole utilizzare i mezzi di comunicazione per esercitarsi allo sport preferito, addebitare le responsabilità della sconfitta agli altri ripetendo il solito (in queste circostanze) ritornello “lo avevo detto io”. Dovremmo prendere esempio proprio dal “nostro” candidato Sindaco che con la sua signorilità ha immediatamente dichiarato: “mi assumo personalmente la responsabilità di questa sconfitta”. Ebbene, grazie Mauro, anche in questo caso hai messo una pezza alle tante deficienze di questa coalizione. Per oltre tre mesi Direzione Italia ha proposto e invitato i partiti del centrodestra a fare le Primarie, che da Roma a Lecce rappresentano lo strumento più efficace per tenere insieme una coalizione e scegliere un candidato dalla netta leadership. Ci è stato detto “no”. Abbiamo cercato di far convergere la coalizione su ben 5 nomi. Su tutti è arrivato un secco “no”.
“No” alle Primarie, “no” ai nomi proposti, due no che insieme costituivano la premessa per una rottura, ma la volontà di tenere insieme una coalizione che a Lecce era stata sempre premiata dai cittadini ha spinto tutti a cercare all’esterno un nome autorevole sul quale convergere. Il nome che metteva d’accordo tutti i partiti di un centrodestra allargato, con i “passaggi politici” che avevano visto coinvolte le segreterie provinciali e nazionali, quello di Mauro Giliberti.
E’ di tutta evidenza che non va bene se quando si vince si è protagonisti, quando si perde è colpa di questo più che di quel dirigente politico. O ancora peggio se le scelte ricadono sulla propria persona tutto ok, altrimenti… Allora fermiamoci un attimo e ognuno al suo interno esplori in maniera oggettiva la vicenda, per poi tutti insieme in maniera seria condividere quanto più possibile un’analisi che serva ad archiviare la sconfitta, recuperando quel messaggio forte che il nostro elettorato ha voluto inviarci per ripartire, evitando di ripetere gli stessi errori.

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