Emergenza carceri, anche per Asl di Lecce le condizioni sono disumane
Alla pubblica dichiarazione dell’azienda sanitaria, che ha certificato le carenze strutturali e igieniche dell’istituto penitenziario Borgo San Nicola di Lecce affermando che nel gruppo docce “presenti carenze funzionali” mentre, in cella, sono insufficienti i metri a disposizione, risponde il Sindacato di Polizia dei Baschi Azzurri aderenti all’OSAPP, nella persona di Domenico Mastrulli: “Allora, si abbia finalmente il coraggio istituzionale di disporne la chiusura con apposita ordinanza sanitaria sindacale o prefettizia, ma non possiamo continuare a tenere la testa sotto la sabbia e poi denunciare condizioni da terzo mondo delle Carceri, quando in altri Paesi, anche Europei, le condizioni a parità dell’Italia sono peggiori quale la Francia. Che in Italia la popolazione detenuta da un largo lasso di tempo e per diversi Governi in carica tra cui quei Tecnici sia quasi raddoppiata da 42.000 posti letto a 66.700 letti, per modo di dire occupati, questo non è responsabilità dell’Amministrazione Centrale e del Ministro della Giustizia, ma direttamente del GOVERNO, per l’assenza di profonde,mirate iniziative finalizzate al contrasto del fenomeno sovraffollamento. In Puglia lo sappiamo tutti i posti sono 2.459 mentre le presenze vanno oltre le 4.400; proprio a Lecce i posti da occupare sarebbero 659 mentre a volte vengono stipati 1.300 ma anche punte di 1.500 persone. La Direzione delle ASL Territoriali e Regionali hanno precise responsabilità così come avviene per l’Edilizia Comunale e Provinciale nel rilascio e controlli su: certificati di abitabilità o meno; così come avviene per il Commercio concessione nulla osta o ritiro licenza in caso di inadeguatezza delle norme; così dovrebbe avvenire nelle Carceri per spazio da occupare o occupato,per igienicità dei luoghi e locali abitati; per situazioni legate alla salubrità degli ambienti, odori nocivi,fumi,scarichi etc. Se ora è la stessa Asl di Lecce a certificare le carenze strutturali e igienico-sanitarie dell’istituto di pena di Lecce, ma certamente se andremo a Bari a Turi, a Foggia, a Taranto, a Trani e non solo in Puglia o nella vicina Basilicata,fermarsi alla periferia del capoluogo Salentino con dichiarazioni che rendono ancor più critica e allarmante la situazione potrebbe apparire anche da irresponsabili poi non agire di conseguenza.
Cosa ne pensano le ASL territoriali delle condizioni di permanenza dei bambini e delle madri nelle carceri, se è costante la presenza di medici, specialisti e personale qualificato per neonati e bimbi minori nelle Carceri? E che ne pensa ancora l’ASL di Taranto delle condizioni igieniche sanitarie o di abitabilità della Caserma nel penitenziario di Taranto, dove vivono circa 300 poliziotti in pericolo permanente?”