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Emergenza cinghiali, Faro: “L’esempio dell’Abruzzo può stimolare la Puglia”

“L’incidente sulla strada statale 693 nel quale ha perso la vita l’imprenditore di Lesina Luigi Turco è stata una tragedia che ha fatto risvegliare le coscienze sul problema creato dal proliferare incontrollato di cinghiali, in particolare nel Gargano. Un’emergenza sempre più allarmante che in Puglia, nonostante i numerosi episodi registrati dalle cronache, le segnalazioni, le vittime, gli ingenti danni registrati dagli agricoltori e dagli imprenditori nei loro terreni, purtroppo non ha ancora prodotto le risposte attese e necessarie,
In Abruzzo, dove si è registrata un’analoga emergenza, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga si è dotato di un Piano di Gestione, predisposto dal Servizio Scientifico dell’ente e che ha ricevuto il parere positivo dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) ed è stato approvato dall’allora Ministero dell’Ambiente, per definire e cartografare le aree nelle quali mettere in atto le necessarie tecniche e azioni di prevenzione dei danni e contenimento della fauna selvatica. Analogamente anche il Parco Regionale Sirente Velino ha predisposto il suo Piano di Gestione del Cinghiale (Sus Scrofa) che ha avuto il via libera da parte degli organi competenti ed è articolato in un arco temporale quinquennale, dal 2020 al 2025. In parallelo, la giunta regionale abruzzese nel maggio dello scorso anno ha introdotto una modifica ad una legge del 2004 inerente l’esercizio dell’attività venatoria, la protezione della fauna selvatica omeoterma e la tutela dell’ambiente, integrando un articolo dedicato a questa problematica con ulteriori opzioni – da sottoporre al parere dell’ISPRA -, compresi piani straordinari di abbattimento delle specie selvatiche. E nella seduta del 31 gennaio scorso, ha esteso la stagione della caccia di selezione al cinghiale dal 1 febbraio al 30 settembre prossimo.
Esempi concreti di collaborazione, dialogo, interazione tra enti che si sono tradotti in azioni efficaci e adeguate e hanno prodotto risultati insperati anche nel breve periodo, senza necessariamente evocare ed aspettare misure straordinarie da parte del Ministero per la Transizione Ecologica, o modifiche di leggi. In Puglia, la mancata approvazione da parte del Parco del Gargano di un Piano di Gestione ad hoc, pur atteso e necessario per imprimere la svolta da tutti auspicata, e la mancata conoscenza di dati e numeri significativi e inequivocabili, alla base di una qualsiasi valutazione e programmazione, si sta ripercuotendo sull’azione degli altri enti interessati. Per questo rinnovo la richiesta di un tavolo tecnico allargato, dopo la lettera inviata il 14 marzo scorso al governatore Emiliano e agli assessori Maraschio, Pentassuglia e Piemontese, al presidente della Provincia di Foggia Gatta e del Parco del Gargano Pazienza, ai vertici dell’Anas e ai sindaci del Gargano più esposti. Per affrontare e superare insieme – con il coinvolgimento anche delle associazioni ambientaliste più autorevoli – tutte le criticità finora emerse e garantire finalmente, nel rispetto di ruoli e prerogative, un salto di qualità complessivo in questo delicato ambito,
maggiore sicurezza e vigilanza lungo le strade e nelle aree protette. Per scongiurare nuove possibili tragedie e salvaguardare ecosistema, coltivazioni e allevamenti”.

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