Emiliano presenta la V edizione delle ‘Giornate del Lavoro’ della CGIL
“La scelta di Lecce come sede delle Giornate del Lavoro mi ha fatto estremamente piacere. Lecce è il luogo giusto per una riflessione nazionale sulla importanza del diritto al lavoro e dei doveri che ne conseguono per il riefficientamento del Paese. Sono convinto che il diritto al lavoro, insieme a tutto ciò che comporta come dovere da parte dei lavoratori, sia la chiave vera per il recupero dell’efficienza in Italia. E senza il sindacato questa operazione non è possibile. Oggi presentiamo giornate di festa, di cultura, di spettacolo, di cinema e quindi tutti potranno trovare le occasioni per informarsi sulla situazione economica e sindacale italiana, ma anche di divertirsi, perché Lecce è una delle più belle città d’Italia che farà da scenario a questo grande evento della Cgil”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo oggi alla presentazione della V edizione delle “Giornate del Lavoro”, organizzate a Lecce dalla Cgil dal 13 al 16 settembre prossimi, con il tema “Democrazia è”.
Erano presenti oggi Gigia Bucci, della Cgil Bari, Valentina Fragassi, della Cgil Lecce, Pino Gesmundo, della Cgil Puglia e Nino Baseotto, della Cgil nazionale. “Il populismo si combatte – ha aggiunto Emiliano – con la vicinanza al bisogno, alle parti deboli della società, si combatte facendo politiche coraggiose, senza badare alle convenienze immediate. Si fa cercando di intuire il sentimento popolare: e devo dire che la Cgil ha gli strumenti adatti. Perché tutto ciò che è verticistico non funziona, lo abbiamo verificato in mille contesti. Tutte le volte che invece abbiamo interpretato e costruito programmi e visioni che coincidono con il sentimento popolare abbiamo fatto bene. Invece nell’organismo intermedio di cui faccio parte spesso si è pensato che un ristrettissimo numero di dirigenti politici fosse più intelligente del sentimento popolare, che pure arrivava chiaro”.
“Il nemico maggiore del caporalato – ha continuato Emiliano – è il sindacato. Lo abbiamo ricordato a Foggia qualche giorno fa in quelle ore terribili. Quando una massa popolare indistinta si presenta sul mercato del lavoro in maniera isolata rimane vittima degli sfruttatori. Quando queste persone sono organizzate in maniera complessiva e forte, si innesca un processo che rende anche più competitivo il sistema, che diventa più efficiente. Perché a volte lo Stato per questioni come il caporalato è come un cane da guardia senza indirizzo: non sa cosa fare, come farlo, quando farlo, non ha strategia. Il rapporto con il sindacato invece ci dà una mano e ci indirizza nella lotta a fenomeni come il caporalato”.