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Entrano nel vivo “I Giorni del Fuoco” a Castellana Grotte

Saranno le emozioni e il crepitio delle fiamme i protagonisti del rito delle Fanòve, inserito nel programma de I Giorni del Fuoco, dall’8 al 12 gennaio a Castellana Grotte (BA) e presentato questa mattina in conferenza stampa nella sala Di Jeso della Presidenza della Regione Puglia.

Sono intervenuti l’assessore regionale al Turismo, Gianfranco Lopane, il direttore del Dipartimento regionale Turismo, Aldo Patruno, Domi Ciliberti, sindaco di Castellana Grotte, Fabio Caputo, assessore comunale agli Eventi, e il presidente del Comitato Feste Patronali di Castellana Grotte, Franco Di Masi.

Organizzati da Comune di Castellana Grotte, Grotte di Castellana srl e Comitato Feste Patronali, con il patrocinio della Regione Puglia, nell’ambito de La Rete dei Fuochi di Puglia, i Giorni del Fuoco comprendono i festeggiamenti, civili e religiosi, in onore della Vergine della Vetrana che, nella notte tra l’11 e il 12 gennaio del 1691, secondo la tradizione popolare, avrebbe salvato la comunità di Castellana dalla violenta epidemia di peste che si era abbattuta in terra di Bari. L’olio della lampada, che ardeva sotto l’odigitria trecentesca custodita nell’attuale convento francescano, fu ritenuto prodigioso per le sue spiccate capacità lenitive e, quindi, eletto dalla comunità segno della benevolenza della Madonna.

Giovedì 11 gennaio, alle 18, la Santa Messa celebrata al Convento precederà l’accensione delle Fanòve, grandi cataste di legno che ardono in tutto il paese. Una tradizione che eleva il fuoco a simbolo di purificazione dal male fisico come dalle “moderne” epidemie di odio e violenza che sconvolgono il mondo. Utilizzato dagli antichi per bruciare gli abiti indossati dagli appestati, il fuoco è anche un momento prezioso di condivisione in cui raccontarsi storie, consumando una pietanza calda e sorseggiando del buon vino, nel solco di quell’identità contadina, oggi perduta, che animava le comunità locali.

Spazio alla fede, venerdì 12 gennaio alle 19, con la solenne processione dell’icona ottocentesca della Madonna della Vetrana, che dal Convento, dopo la Messa alle 18, raggiungerà la chiesa Madre di San Leone Magno, nel cuore di Castellana.

A seguire, in piazza Garibaldi, l’evento enogastronomico Fanòva in festa, a cura di TerreCarsiche, con il concerto dei Terraross.

Gli appuntamenti sono introdotti dalla Diana, il 7 gennaio, quando l’olio viene raccolto dai frantoi per essere presentato alla Madonna e benedetto solennemente nel Santuario, e dalla rievocazione storica Ab Origine, in programma dall’8 al 10 gennaio, con installazioni immersive per far rivivere ai visitatori il periodo della pestilenza del 1690-91.

I Giorni del Fuoco, attraverso la tradizione, l’arte e le emozioni, aiutano ad accogliere il messaggio di speranza che, 333 anni fa, ha liberato Castellana dalla peste.

 

«Ritorna un grande spettacolo con le rievocazioni storiche e religiose delle nostre comunità attraverso i rituali del fuoco», dichiara l’assessore regionale al Turismo, Gianfranco Lopane. «Cominciamo con le Fanòve di Castellana Grotte nell’idea di riportare la tradizione dei centri storici e delle radici pugliesi all’attenzione di tutti, anche in chiave d’internazionalizzazione. Come Regione Puglia sosteniamo i rituali festivi legati al fuoco, con uno stanziamento complessivo di 180mila euro, per attrarre turisti e visitatori anche nei mesi di bassa stagione perché riteniamo che possano raccontare una Puglia ancora tutta da scoprire».

 

«Le Fanòve di Castellana consentono di andare senza soluzione di continuità dal periodo natalizio, che è stato un periodo di luminarie e di presepi viventi anche nelle Grotte di Castellana, verso il periodo del Carnevale e della Pasqua», chiosa il direttore del Dipartimento Turismo, Aldo Patruno. «Siamo in un mese, quello di gennaio, su cui puntiamo moltissimo, perché il sistema dei fuochi è un sistema diffuso a livello regionale che nelle Fanòve di Castellana trova un punto di riferimento storicamente molto rilevante e turisticamente molto attrattivo. Il Comune di Castellana Grotte ha avuto la capacità di lavorare su questo evento per allargarlo, perché la destagionalizzazione è un’operazione che non vale soltanto dal punto di vista dei tempi di offerta, ma anche degli spazi di quest’offerta. E l’entroterra, in un territorio così rilevante come quello del sudest barese, è estremamente significativo per le connessioni tra il mare e l’entroterra stesso, quindi ricucitura tra grotte, grande attrattore, centro storico di Castellana, tradizioni, storia, radici e futuro, le ali del nostro Piano per la Cultura che sono fondamentali per qualificare sempre di più la Puglia come destinazione turistico culturale di eccellenza».

 

«Le Fanòve sono l’appuntamento maggiormente identitario per la comunità castellanese», sostiene il sindaco di Castellana Grotte, Domi Ciliberti. «Fede, devozione e storia sono aspetti che s’intrecciano nella stessa narrazione, che non rappresenta solo occasione di ringraziamento e omaggio nei confronti di Maria Santissima della Vetrana, ma anche opportunità di rivelare dal punto di vista turistico le bellezze, le evidenze e le eccellenze del nostro territorio».

 

Aggiunge l’assessore comunale agli Eventi, Fabio Caputo: «Attraverso eventi e iniziative mirati e strategici, orientati alla valorizzazione di importanti attrattori cittadini come le piazze, al coinvolgimento di interi segmenti di riferimento della popolazione come i bambini, alla riscoperta di tratti identitari come il Monstrum Apuliae e l’epidemia di peste del 1690-1691, stiamo attuando un’intensa opera di promozione dell’intero territorio cittadino, ma soprattutto stiamo lavorando nell’ottica di creare un senso di comunità nuovo, uno spirito cittadino che generi accoglienza, attrattività e che possa essere, così, da richiamo per i tanti visitatori che oggi finalmente iniziano a visitare anche Castellana oltre le grotte».

 

«Con la semplicità di chi ci ha preceduto, rinvigoriamo una tradizione che, da oltre tre secoli, ci fa sentire comunità», conclude Franco Di Masi, presidente del Comitato Feste Patronali. «Vivere con autenticità quest’evento unico e ricco di suggestioni, ci unisce spiritualmente alla gioia provata dai nostri nonni che, in queste occasioni, si riunivano dalle campagne per stare insieme e, nella loro povertà, c’era una ricchezza straordinaria del cuore che non dobbiamo mai perdere».

 

 

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