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Esposito – Panico: un pianoforte e quattro mani

Giovedì 29 marzo presso il Salone della Provincia di Taranto è in programma l’esibizione del duo formato da Palma Esposito e Danilo Panico, pianisti tarantini dall’eccellente bravura, attualmente entrambi Maestri nella zona e che tra formazione, concorsi e concerti si sono esibiti in tutto il mondo.

La forza della Musica tra fato e immaginazione” è il titolo del concerto che si terrà il 29, insieme a Danilo Panico. Come mai un nome così, che oltre all’immaginazione richiama anche il fato?

[ESPOSITO] Con l’osservazione di questo periodo, con il collega nonché amico Panico, con cui spesso la sera si sta insieme e si chiacchiera, ci siamo resi conto che si sta ponendo nel nostro mondo un problema di etica e quindi ci siamo interrogati su cosa fosse il bene e cosa fosse il male. Quindi abbiamo scelto un po’di brani che potessero rendere l’idea di cosa fosse il bene e cosa fosse il male. In questa nostra ricerca ci siamo accorti di come non sempre l’uomo sia stato libero di scegliere cosa fare, ma molto spesso sia stato condizionato dalla teoria del fatalismo, sostenuta nei secoli passati e di come la fantasia, molto spesso, l’abbia aiutato ad uscire da situazioni irreversibili. Ma soprattutto abbiamo notato la forza della musica che ha come estro, come capacità di lasciare un segno tangibile del passaggio dell’uomo”.

Nell’eseguire un brano a 4 mani è indispensabile essere in sintonia. In quale di queste opere avete riscontrato maggiori difficoltà?

[PANICO] Abbiamo riscontrato qualche difficoltà di approccio al brano di Musorgskij, Una notte sul monte Calvo, poiché nell’originale concezione sinfonica ci sono delle velocità elevatissime, una grande tavolozza di colori che parte dalla possibilità di avere a disposizione strumenti di natura diversa e, di conseguenza, nessun limite in termini di numero di note, mentre col pianoforte bisogna tener conto delle peculiarità dello strumento stesso e operare delle scelte che sono state frutto di lunghe discussioni e ripensamenti. A tutto questo devo aggiungere che la partitura spesso ci “costringe” a suonare in posizioni molto scomode, richiedendoci sia incroci di mani che spostamenti in avanti e indietro del busto per poter facilitare al proprio partner l’esecuzione della propria parte!

Com’è avvenuto l’incontro con il suo collega pianista e la successiva creazione del duo a quattro mani?

[ESPOSITO] Noi abbiamo incominciato in casa tra gli amici, il sabato sera nel giro di amicizie. Eravamo tutte e due pianisti e qualche amico ha iniziato a proporci di suonare qualcosa. Così prendendo gli spartiti che c’erano ci siamo accorti che avevamo molto in comune nel sentire. E dunque abbiamo incominciato un percorso che ci facesse diventare ancora più uniti.

Siete entrambi di Taranto ed insegnate in questa zona, che da sempre è molto prolifera a livello artistico. Come mai, secondo lei?

[PANICO] E’ difficile dare una risposta a questo. Intanto posso riferire una riflessione che abbiamo fatto con la Esposito diverso tempo fa: noi siamo entrambi alunni del maestro Schirripa, uno degli insegnanti di Taranto che più credono nella propria professione e nel proprio lavoro, e che ha formato pianisti che tuttora suonano e questo quindi ci fa molto piacere. Molto dipende dalla scuola pianistica di provenienza che in qualche modo sa infondere quell’amore e rispetto per la Musica che ti stimola a continuare a studiare anche dopo il diploma di pianoforte, vero punto di partenza. Sicuramente la nostra scelta di metterci in discussione dipende soprattutto da questo. Posso anche aggiungere che, secondo me, forza di volontà e voglia di esprimere qualcosa agli altri, sia di aiuto per continuare a suonare in concerto.

 

 

 

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