Evasione Perrone, un’informativa segnalava un tentativo di fuga a giugno
Fabio Perrone, l’ergastolano salentino evaso il 6 novembre scorso dall’ospedale ‘Fazzi’ di Lecce, avrebbe progettato di evadere dal carcere salentino di Borgo San Nicola, dov’era detenuto. È quanto emerge da un’informativa inviata alla Procura di Lecce nel giugno scorso; circostanza, questa, confermata dal procuratore di Lecce, Cataldo Motta. Nel rapporto investigativo veniva segnalato un possibile piano di fuga del detenuto in occasione dell’udienza del 23 giugno scorso, al termine della quale Perrone è stato condannato all’ergastolo col rito abbreviato per il delitto del montenegrino Fatmin Makovic e del tentato omicidio del figlio 16enne di quest’ultimo. L’informativa venne subito comunicata al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e ai responsabili locali. Il giorno del processo vennero intensificati i controlli e le misure di sicurezza, ma non accadde nulla di particolarmente grave.
Nel frattempo, è caccia all’uomo e le ricerche del Perrone continuano; le forze dell’ordine sono impegnate nell’operazione con centinaia di uomini su tutto il Salento, e numerosi posti di blocco. L’uomo è abbastanza ‘scafato’ e nelle stanze delle forze dell’ordine si teme che possa contare su una serie di appoggi che già nelle prime ore potrebbero avergli consentito di trovare un nascondiglio sicuro nel Salento. Particolare preoccupazioni vengono manifestate sia a Trepuzzi, paese natale dell’ergastolano, sia a Casalabate, marina divisa tra i comuni di Trepuzzi e Squinzano, dove Perrone un anno e mezzo fa si nascose dopo l’omicidio del montenegrino Fatmir Makovic. Le forze dell’ordine monitorano anche la zona nei pressi del campo rom ‘Panareo’, tra Lecce e Campi Salentina, dove vivono i parenti dello stesso Makovic.
Non viene nemmeno esclusa l’ipotesi della fuga all’estero; in Albania, infatti, Perrone potrebbe contare sull’appoggio di personaggi che negli ultimi anni hanno tenuto i contatti con i clan della Sacra corona unita.