Ex Ilva Acciaierie D’Italia, D’Alò: “Riattivare il Tavolo tecnico”
Nella giornata odierna le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Fim, Fiom e Uilm hanno inviato una missiva ai titolari dei dicasteri dello Sviluppo Economico, del Lavoro , della Transizione Ecologica e dell’Economia, rispettivamente Giancarlo Giorgetti, Andrea Orlando, Roberto Cingolani e Daniele Franco per sollecitare un incontro utile a riattivare il Tavolo ex Ilva, attuale Acciaierie D’Italia.
Richiesta – come spiega il segretario nazionale della Fim Cisl, Valerio D’Alò – legittima e fondamentale per cercare di trasformare, una volta per tutte, le parole in fatti concreti. «Su più fronti – dichiara D’Alò – anche nel periodo di attesa del giudizio del Consiglio di Stato relativamente alla chiusura dell’area a caldo, abbiamo ascoltato tanti buoni propositi da parte dei vari ministri della squadra di governo guidata dal premier Mario Draghi. Ora che ogni dubbio è stato fugato occorre recuperare il tempo perso per assicurare ai lavoratori diretti e indiretti, nonché a tutti coloro i quali sono rimasti nel limbo di Ilva in Amministrazione Straordinaria, un orientamento certo».
Nella lettera odierna, inviata per conoscenza anche al Presidente del Consiglio Mario Draghi, è evidenziata la situazione di drammaticità che si sta vivendo all’interno degli stabilimenti dell’ex Ilva. Inoltre, in queste ore, la direzione aziendale ha assunto la grave decisione di procedere
unilateralmente, nonostante la forte ascesa del mercato dell’acciaio, alla collocazione in cassa integrazione ordinaria di oltre quattromila lavoratori dal 29 giugno per dodici settimane.
«Questi temi – aggiunge il segretario nazionale Valerio D’Alò – non sono più rimandabili. Per cui chiediamo la convocazione di un incontro urgente con la partecipazione di tutti i rappresentanti legali di Acciaierie d’Italia. Riteniamo infatti che occorra rapidamente individuare e mettere in campo le azioni, gli investimenti e le soluzioni che possano costituire il rilancio produttivo del gruppo siderurgico». Per le organizzazioni sindacali occorre ridurre drasticamente, fino al totale azzeramento, il ricorso alla cassa integrazione, riprendere la discussione sul piano industriale, definendo le caratteristiche e i tempi degli investimenti finalizzati al raggiungimento della sostenibilità ambientale.
«La Fim Cisl – fa notare ancora D’Alò – in più occasioni ha segnalato la gravità della situazione in cui versano tutti i lavoratori coinvolti e gli impianti del gruppo siderurgico. Ci sono lavoratori che da oltre 10 anni vivono solo di cassa integrazione. E questo non è possibile. Ci sono impianti fermi o attivi al minimo che potrebbero soddisfare la richiesta esistente di Coils e Tubi, consentendo il rientro di diverse Unità produttive. Per i reparti storici delle manutenzioni, poi, occorrerebbe aprire un capitolo a parte, poiché serve chiarezza da parte del management circa le prospettive delle officine centrali e periferiche. Non possiamo permette ulteriori dilazioni dei tempi, ragion per cui –
conclude D’Alò – necessita riaprire immediatamente un confronto tra tutti i soggetti interessati».