Ex Ilva, le misure per la tutela dell’indotto sono ancora inattuabili
“Nessuna delle misure previste dal cosiddetto decreto salva indotto risulta, al momento, attuabile. Un drammatico ritorno agli eventi del 2015.
L’assemblea ha chiesto al presidente di conferire mandato ai legali di Aigi di valutare se esistano i presupposti per un’eventuale azione giudiziaria nei confronti degli amministratori di Adi e AdI holding”. Lo ha detto Fabio Greco, presidente di Aigi, associazione a cui aderisce l’80% delle imprese dell’indotto ex Ilva che avanzano crediti da Acciaierie d’Italia, ora in amministrazione straordinaria, per oltre 120 milioni di euro.
“Nell’assemblea di ieri si respirava un mix di rabbia e rassegnazione a fronte della amara constatazione, da parte delle imprese che la situazione è di paralisi. Sace ha stanziato 120 milioni di euro per il monte crediti pregressi ma, senza la certificazione dei crediti che avverrà solo dopo l’insinuazione al passivo, la linea factoring della finanziaria controllata dal Ministero delle imprese e made in Italy non darà attuazione alla misura prevista. – ha detto Greco – Stessa situazione di stand by con Mediocredito Centrale che ha offerto disponibilità a dare applicazione alla linea di prestito agevolato prevista dall’articolo 3 del decreto. Ad oggi, però, nonostante i contatti già avvenuti con alcune aziende, non si registrano ancora atti concreti”.