Falotico (Cisl): Fiat, convocare subito il tavolo sul piano industriale
Falotico (Cisl): Fiat, convocare subito il tavolo sul piano industriale
L’ennesimo tonfo delle immatricolazioni del gruppo Fiat nel mese di ottobre è un segnale preoccupante che dovrebbe indurre l’ad Marchionne a rompere definitivamente gli indugi e premere con decisione sull’acceleratore del progetto Fabbrica Italia, convocando rapidamente le organizzazioni sindacali ai tavoli settoriali per i vari stabilimenti. Il -39,5% fatto segnare dal Lingotto sul solo mercato nazionale, se confrontato con la perdita più contenuta dei marchi esteri, deve farci riflettere sulla necessità di uscire al più presto dalla fase di stallo che sta caratterizzando da troppi mesi il confronto sul nuovo piano industriale del gruppo torinese.La discussione sul futuro di Melfi e più in generale del gruppo Fiat-Chrysler dentro lo scenario competitivo globale non può dipendere dalle posizioni oltranziste di chi ha scelto di combattere una battaglia politica e di strumentalizzare vicende che devono, al contrario, trovare adeguata ed equa composizione in sedi più appropriate. Insomma, il clamore mediatico suscitato dalle note vicende non può assorbire del tutto una discussione che riguarda le prospettive produttive e occupazionali di Melfi. Un dato è certo: non possiamo permetterci di continuare a tergiversare perché il rischio è di compromettere ulteriori quote di mercato a tutto vantaggio dei gruppi stranieri. Ed è un rischio che non possiamo permetterci di correre.
i progetti dei nuovi modelli, perché in un mercato estremamente fluido e iper-competitivo senza prodotti innovativi e di qualità si rischia di essere marginalizzati. In altri termini, deve essere chiaro che la competizione non è solo un fatto di organizzazione del lavoro, ma coinvolge un ventaglio ben più ampio di variabili, a partire dalla capacità di pensare e realizzare prodotti che sanno stare sul mercato e rivaleggiare ad armi pari con una concorrenza che si è fatta ancora più agguerrita.
Da qui la necessità che abbiamo ribadito a più riprese di convocare al più presto il tavolo di confronto sul nuovo piano industriale. Mentre il mercato crolla, anche per effetto del rimbalzo determinato dalla fine degli incentivi, serve un segnale forte per dare sostanza agli ambiziosi obiettivi tracciati da Marchionne nel piano industriale. Un segnale che va ben oltre il perimetro della Fiat e che riguarda la capacità del sistema paese di fare industria e di attrarre investimenti ad alto valore aggiunto. Alla Cisl non interessa una Fabbrica Italia vuota di contenuti, di strategie, di innovazione, di prodotti, di lavoro. È tempo di tirare fuori dal congelatore la trattativa, stabilimento per stabilimento, senza ultimatum e senza zone franche e assicurando pari dignità alle parti in campo: noi siamo pronti a discutere di tutto, ma pretendiamo garanzie sugli investimenti e sul lavoro. Mi auguro che anche la nuova Cgil vorrà essere della partita, per il bene del paese e dei lavoratori.
Nino Falotico