Federazione Sinistra Matera “attacca” i benefici del bonus benzina
In questi giorni molti cittadini lucani si mettono in coda alle poste per assicurarsi il bonus benzina concesso dal Governo, misura che ha riscosso un certo favore in vasta parte dell’opinione pubblica.
A tal proposito vorremmo rendere pubbliche alcune nostre considerazioni.
Con questo provvedimento, che di fatto aumenta le royalty a favore della regione dal 7 al 10 per cento, il Governo e le multinazionali petrolifere tendono, a nostro avviso, ad estorcere il favore dell’opinione pubblica lucana e a fiaccare il crescente malcontento verso la prepotente politica di sfruttamento del suolo lucano, con una propaganda di stampo populista che non migliorerà di certo né la situazione economica generale della regione, né purtroppo le problematiche connesse alla salvaguardia e alla tutela della salute pubblica e del territorio.
Innanzitutto la scelta di suddividere questo ulteriore tre per cento in base al numero delle patenti ci pare iniquo ed ingannevole. Iniquo perché a nostro avviso i benefici andrebbero suddivisi in maniera meno discriminante: incredibile pensare alla concessione di tale bonus ai soli possessori di patente di guida. Non si può certo pensare di discriminare categorie di cittadini che non sono patentati, si pensi solo agli anziani o ai giovanissimi, anche loro hanno diritto ad un rimborso per i danni arrecati alla loro regione dallo sfruttamento dei giacimenti di petrolio.
Ingannevole perché viene mascherato come una sovvenzione, una forma di aiuto a favore dei cittadini, ma in realtà altro non è che un incentivo al consumo di idrocarburi, bene messo a valore dalle compagnie petrolifere stesse.
Tale logica ha il fine di rafforzare il legame tra le multinazionali del petrolio e la Lucania, legame vitale per le prime mortale per la seconda.
Inoltre, la metodologia di distribuzione dei bonus ci pare molto discutibile: infatti l’erogazione del bonus sarà effettuata tramite una prepagata emessa da una S.p..a. pubblica, su di un circuito internazionale finanziario gestito da un operatore privato straniero. E’ facile capire che i costi di gestione di tale servizio andranno ad intaccare il fondo scaturito dall’aumento delle royalty e, quindi, a rimpinguare le casse di due soggetti finanziari con fini di lucro. Cosa alquanto discutibile perché, nei fatti, si dirotta una quota di royalty spettante ai cittadini lucani, verso questi soggetti economici.
Sarebbe stato più opportuno studiare un sistema volto ad alleggerire la bolletta energetica dei Lucani senza coinvolgere tutti questi intermediari. Per esempio alleggerire le bollette delle utenze elettriche in base al numero dei componenti dei nuclei familiari, sarebbe stata un’idea più felice.
Il discorso sul bonus inoltre ci spinge ad altre considerazioni di ampio respiro che riguardano l’attività estrattiva sul nostro territorio. Consideriamo innanzitutto le royalty concesse ancora troppo basse e impiegate in maniera sbagliata. Se le royalty sono un modo per ripagare i Lucani dell’impatto ambientale subito e favorire al contempo l’economia è chiaro che quelle concesse fino a questo momento sono irrisorie. Il nostro territorio infatti è stato “sfigurato” da queste attività, nonché danneggiato sotto il profilo economico considerando la sua vocazione agricolo-turistica. Per questo motivo, riteniamo che una bonifica adeguata dei territori debba essere totalmente a carico degli enti estrattori e quindi tale forma di risarcimento non debba rientrante nel computo delle royalty.
Per uno sfruttamento consapevole delle nostre risorse minerarie è essenziale che le istituzioni tutte favoriscano la partecipazione della società civile nel monitoraggio ambientale e nella ripartizione delle risorse derivanti dalle attività estrattive. Proponiamo l’istituzione di un fondo gestito da associazioni o enti con l’obiettivo di vigilare sullo stato di salute della popolazione e sui processi industriali che mettono a repentaglio l’integrità ambientale. Insomma più partecipazione nelle scelte di pubblico interesse.
L’associazionismo lucano in questi anni di sfruttamento ha prodotto realtà interessanti che a nostro avviso andrebbero ben coordinate. Noi proponiamo a tutte le associazioni che operano in linea con le nostre considerazioni di fare fronte comune e di impiegare il bonus benzina per creare un fondo che si occupi di sensibilizzare ed informare la cittadinanza sullo sfruttamento del nostro territorio e le ricadute in termini di salute pubblica.
A prescindere da tutte queste considerazioni sulle royalty, riteniamo che una politica lungimirante debba essere in grado di garantire alla nostra regione e ai suoi abitanti, uno sviluppo economico sostenibile per il territorio che prescinda dalle estrazioni minerarie.
Per poter raggiungere questo obiettivo è quanto mai necessaria l’elaborazione di una exit strategy rispetto alle politiche di sfruttamento e depredazione del territorio. Il peso che la regione oggi sopporta è grandissimo oramai insostenibile. Gli abitanti della Val d’Agri si ammalano di malattie respiratorie e infiammatorie con una percentuale due volte superiore alla media degli abitanti del resto della regione. Le attività turistiche ed agricole, già in ginocchio per una serie di altre ragioni, rischiano di non avere una prospettiva. Le nostre preziose acque presentano un forte rischio d’inquinamento e tanto per cambiare l’emigrazione e spopolamento continuano imperterriti. Tutto ciò mentre multinazionali straniere e una Spa italiana al 70% privata sfruttano il nostro territorio e acquisiscono enormi utili.
Tutte queste prime considerazioni si riallacciano senza soluzione di continuità e in maniera coerente alla nostra aspra critica al sistema capitalistico e a questo modello di sviluppo che privatizza gli utili e socializza le perdite, arricchisce pochi e impoverisce per sempre le comunità e il territorio.
Vogliamo un futuro in Basilicata, un futuro di vita e non di sopravvivenza.