Fenice: La giunta vara il comitato di alta sorveglianza tecnico-scientifica
Due docenti universitari, due esponenti dell’Istituto superiore di Sanità (Iss), due dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra). Sono i componenti del “Comitato di alta sorveglianza tecnico-scientifica” sul “caso Fenice”, nominato dalla Giunta Regionale di Basilicata.
Il nuovo organismo, integrandosi col già istituito “tavolo della Trasparenza su Fenice”, avrà competenze più spiccatamente scientifiche (anche per fornire elementi di valutazione al “Tavolo”) e si occuperà di considerare, monitorare e valutare aspetti tecnicamente complessi caratterizzati da competenze professionali multidisciplinari, che partiranno dall’analisi dei dati storici di monitoraggio ambientale del sito Fenice per proseguire con la valutazione dei potenziali impatti ambientali connessi ai dati rilevati e dei potenziali effetti sanitari sulla popolazione, l’elaborazione di modelli di controllo epidemiologico della popolazione del territorio del Vulture e la valutazione e l’evoluzione dei sistemi di monitoraggio e controllo sul territorio. Ancora il Comitato si occuperà di seguire le attività di bonifica della falda effettuando una valutazione dei risultati attesi, di seguire le attività di esercizio dell’impianto con riguardo ai dati di monitoraggio ambientale e degli impatti sanitari sul territorio, di assicurare la correttezza sotto il profilo scientifico delle informazioni che saranno diffuse relativamente a problematiche ambientali e sanitarie e dati rilevati.
Tali attività saranno effettuate in affiancamento al sistema di monitoraggio pubblico previsto dalle leggi, di cui fanno parte l’Arpab e il Dipartimento Ambiente e il Dipartimento Salute per quel che riguarda l’epidemiologia, anche nell’ottica di accompagnare il già avviato processo di potenziamento del sistema di monitoraggio e controllo regionale.
Componenti del Comitato sono stati nominati Luca Bonomo, Past Professore Ordinario di Impianti di Trattamento delle Acque di Rifiuto presso il Politecnico di Milano, già Preside della Facoltà di Ingegneria civile e ambientale del Politecnico di Milano e membro dal 2002 della Segreteria Tecnica del Ministero dell’Ambiente ed esperto internazionale nel settore delle bonifiche; Giorgio Gilli, Professore Ordinario di Igiene presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Torino, già componente della Commissione nazionale del Consiglio Superiore di Sanità e componente del nucleo di valutazione dell’ARPA Piemonte; Pietro Comba dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) – Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione Primaria settore Epidemiologia; Giovanni Marsili Istituto Superiore di Sanità (Iss) – Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione Primaria – settore Monitoraggio; Stefania Balzamo dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) – Servizio di Metrologia Ambientale e Fabio Pascarella dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) – Dipartimento Difesa del Suolo.
“Abbiamo messo in campo professionalità di primo livello per avere tutte le garanzie necessarie – ha spiegato l’assessore all’ambiente Agatino Mancusi – mettendo in piedi un organismo che seguirà tutte le attività da oggi in avanti, ma esprimere anche una valutazione tecnica su quanto avvenuto in passato.
“Stiamo affrontando la questione Fenice su tutti i livelli – ha aggiunto il Presidente della Regione Vito De Filippo – ed è importante che questo venga fatto ad altissimo livello per evitare che un circuito di sospetto possa incidere negativamente sulla vicenda. E’ il momento della verità e della responsabilità: dobbiamo conoscere nel dettaglio quanto si è verificato intorno a Fenice, quando accade ora e se ci sono stati danni e rischi per ambiente e la salute e quali sono stati, e in questa fare è importante non sottovalutare, ma nemmeno giocare al rilancio su un allarme continuo. Il Comitato che abbiamo nominato è una garanzia per tutti e l’invito per tutti è quello di accompagnare con fiducia il lavoro che sarà fatto traendone le debite conseguenze. Se la questione viene sottratta all’ambito scientifico per essere affidata ai preconcetti o, peggio, a un dibattito strumentale, ogni sforzo sarà vano, ogni risultato sarà incerto e il conto in termini di efficacia, sicurezza e anche immagine esterna, lo pagherà la Basilicata”.